Margaret Atwood sull’aborto negli Usa: spetta alle donne votare

10 settembre 2019

La scrittrice e femminista canadese Margaret Atwood ha attaccato le politiche americane sull’aborto – nel corso della presentazione a Londra del suo nuovo romanzo “I testamenti” (“The testaments”), seguito molto atteso de “Il racconto dell’ancella” (The Handmaid’s Tale”), una distopia misogina terrificante, diventata un manifesto femminista nell’era del movimento MeeToo. Secondo Atwood, dovrebbero essere “solo le donne” a votare su questioni simili. “Stiamo affidando a delle persone che non sono donne l’incarico di occuparsi del corpo delle donne. Pertanto, se tutto fosse leale ed equo e se il governo fosse davvero governato dai consensi dei governati, solo le donne potenzialmente incinte dovrebbero essere capaci di votare su queste materie”.

“Per una società che pretende di valorizzare la libertà individuale (gli Stati Uniti), dico loro che probabilmente questa libertà non si estende alle donne”. “‘Il racconto dell’Ancella’ e ‘I testamenti’ sono un mondo distopico? Speriamo di sì. Anche se non c’è mai un’uniforme, la gente che gestisce le cose in queste società pensano che sia un enorme miglioramento in confronto a quello che facevano prima, perché sono in una buona posizione, qual è il vostro problema?”. La scrittrice, poetessa e attivista canadese, 80 anni il prossimo 18 novembre, in merito alla sua notorietà risponde: “Penso che questo genere di cose possa essere disastroso per una 35enne perché a partire da lì, dove si va? Nel mio caso conosciamo una sorta di risposta… Conosciamo la trama!”. E su un nuovo seguito de “I Testamenti”, già finalista al Brooker Prize 2019, replica: “Non dico mai ‘mai’, perchè ho detto mai e mi sono sbagliata, e ho anche detto ‘sto scrivendo questo’ e poi non l’ho fatto. Credo quindi che sia meglio non dire a nessuno cosa potrei o non potrei fare, perché se fai qualcos’altro ci possono essere domande senza fine sul perché non hai fatto ciò che hai detto che avresti fatto…”.

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