Mascherine riconvertite in visiere. L’eco-idea di una startup

26 agosto 2020

Stop all’inquinamento da mascherine ai tempi del coronavirus. Da metà giugno, a Chàtellerault, in Francia, l’azienda Plaxtil ne ha riciclate a migliaia. I dispositivi di protezione individuale, una volta usati, vengono raccolti e messi in una macchina che le riduce a pezzettini, a loro volta trattati e convertiti in plastica, prima di essere trasformati per lo più in visiere protettive. “Plaxtil è stata lanciata nel novembre 2019 – spiega Olivier Civil, co-fondatore della start-up – quindi è un’azienda giovane. Qui trattiamo una plastica ecologica, che viene prodotta dal 40 al 50% da scarti tessili, il resto è una plastica che serve ad agglomerare il tutto, quindi è come una plastica fatta di tessuto”.

“Nello specifico, prendiamo i tessuti, vestiti o adesso mascherine, li recupereriamo, li schiacciamo, li mescoliamo con un materiale che fa da legante e trasformiamo tutto in un materiale chiamato Plaxtil, che è industrializzabile come un classico materiale in plastica”. In collaborazione con un’azienda tessile, l’accortezza in più, rispetto ai tessuti usati prima, è stata quella di mettere qualche giorno in “quarantena” le mascherine in una stanza e poi passarle sotto potenti ultravioletti per disinfettarle e decontaminarle completamente prima di riconvertirle, eliminando così ogni possibilità di contagio.

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