Mattarella: innovazione e tecnologia non solo per armi ma per futuro e pace

Mattarella: innovazione e tecnologia non solo per armi ma per futuro e pace
Sergio Mattarella e Marcelo Rebelo de Sousa
4 maggio 2022

Per il futuro dell’umanità servono innovazione e tecnologia, due elementi che “guidano prepotentemente questa fase delle nostre vite” e che potranno fungere da “volano di crescita”. Due elementi – che “arricchiscono sia l’identità morale di un popolo sia il suo benessere generale” – che non debbono essere destinati al solo incremento degli armamenti. In un quadro più generale avvalerci di innovazione e tecnologia permette di superare le divisioni tra le aree più e meno sviluppate di un Paese portando sviluppo e modernità in zone altrimenti destinate all’emarginazione. Ma soprattutto bisogna “riaffermare con tenacia che cultura e innovazione devono rappresentare strumenti di dialogo, pace e futuro”. Lo ha sostenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo oggi al 15mo simposio Cotec, organizzato dalle fondazioni Cotec di Italia, Spagna e Portogallo nella cittadina portoghese di Braga. Un appuntamento dal titolo “La cultura incontra l’innovazione” chiuso con gli interventi, oltre che del nostro capo dello Stato, del Re di Spagna Filippo VI e del presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa.

Ed è sviluppando il tema dell’incontro tra la cultura e l’innovazione che Mattarella ha fatto partire il suo ragionamento. Sottolineando innanzitutto la situazione in Ucraina e ribadendo che “siamo a fianco delle ragioni del popolo ucraino”. E proprio mentre è in gioco il destino dell’Europa, per Mattarella “appare più che mai necessario avere il coraggio di guardare al futuro, di immaginare come la cultura possa costituire un veicolo di pace. Consideriamo, infatti, da sempre, la cultura un motore di crescita, ricerca e sviluppo”. Il presidente non ha dubbi, “ritengo sia impossibile riflettere sull’ avvenire dell’umanità senza immaginarlo collegato al mondo dell’innovazione e della tecnologia”. Un futuro che evidentemente non può essere legato solo all’uso delle armi, dobbiamo pensare ad un avvenire, ha chiarito Mattarella, “in cui la tecnologia e l’innovazione non siano solo al servizio di sistemi di armamento sempre più distruttivi ma siano indirizzati al progresso dell’umanità”. Innovazione e tecnologia, ha sostenuto, “sono due elementi che guidano prepotentemente questa fase delle nostre vite e credo che, se adeguatamente governati, potranno fungere da moltiplicatori di conoscenza e volano di crescita”.

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Mattarella ha sottolineato come Italia, Spagna e Portogallo siano “depositari di ingenti patrimoni culturali; specchio, essi stessi, delle vicende storiche che li hanno caratterizzati. Costituiscono la base per evitare che vengano snaturati i valori su cui è cresciuta la nostra civiltà europea. La cultura è un capitale sul quale si innesta il nostro essere comunità. È un capitale che permette di illuminare il nostro percorso. È un capitale che permette di ancorare saldamente le nostre identità”. E come tutti i capitali, anche la cultura “va messa a frutto nelle diverse dimensioni che la caratterizzano”. Ecco allora “l’incontro anche con l’innovazione” che ha permesso passi giganteschi da tutti i punti di vista: dalla scoperta e conservazione, alla valorizzazione dei patrimoni esistenti, alla loro fruizione sfuggendo alle limitazioni della accessibilità ai luoghi e della normale capacità di percezione con la realtà aumentata. Grazie alla creatività che sostiene, con la realizzazione di nuove installazioni e forme d’arte, anche digitale, anche virtuale”. Per Mattarella “creatività e innovazione alimentano, come noto, linee non solo virtuali o di servizio, bensì organicamente collegate a filiere produttive di beni. Si pensi, per un istante, ai prodotti di design o alla moda”. Il collegamento tra creatività e creazione di valore, ha affermato Mattarella, “arricchisce sia l’identità morale di un popolo sia il suo benessere generale”.

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Oggi tuttavia “cambia il contesto”. Il capo dello Stato ha spiegato che da strumenti “tecnici” di ieri, innovazione e tecnologia si trovano adesso “a definire mondi paralleli, nei domini virtuali e cibernetici, con una rivoluzione delle logiche e delle gerarchie che hanno tradizionalmente governato questo spazio”. E “prosperano gli intrecci con ambiti che hanno accresciuto nel tempo la loro importanza. Come l’istruzione e l’educazione, il turismo, salute e benessere. E la sostenibilità ambientale”. Nella stessa reazione alla pandemia, ha rilevato, “sono emersi modelli innovativi di fruizione culturale ed educativa, verso una integrazione dei saperi”. Mattarella ha sostenuto che avvalerci di innovazione e tecnologia “permette di superare, in territori complessi come quelli dei nostri Paesi, la stessa nozione di centro e di periferia, di aree metropolitane a intensa qualità di modernità e sviluppo e aree interne o rurali destinate all’emarginazione”. Sono queste riflessioni che non possono non interpellare l’Unione europea, lascia intendere il presidente della Repubblica, che ha di fatto sollecitato Bruxelles a fare la sua parte. “L’Ue appare consapevole del legame cultura- innovazione, con iniziative quali la Nuova Bauhaus Europea. Si tratta – ha spiegato – di una recente proposta della Commissione che, attraverso soluzioni innovative e interdisciplinari, punta a collegare cultura, tecnologia, innovazione, arte e scienza”.

Insomma, “dobbiamo investire in questa direzione e occorre farlo oggi”. L’Italia, con il Pnrr, “ha deciso di destinare ingenti risorse al comparto della cultura – si tratta di oltre 7 miliardi di euro – includendo misure per la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività, insieme alla rigenerazione di piccoli borghi con iniziative di valorizzazione e restauro del patrimonio artistico e architettonico”. Per Mattarella “è mia sempre più forte convinzione che occorre accelerare verso il raggiungimento di una “sovranità europea” anche per quanto concerne il campo tecnologico. La crisi della pandemia e la crisi prodotta dalla guerra ci dicono quanto sia fondamentale la cooperazione”. Mattarella ha invitato a riflettere sul fatto che “dall’innovazione dipendono la nostra competitività e la capacità di garantire ai nostri concittadini una solida cornice di sicurezza. È essenziale che l’Unione Europea si doti di autonomia strategica”. Il capo dello Stato ha sottolineato che “in questo momento in cui la guerra è tornata sul continente europeo, con migliaia di vittime e devastanti distruzioni che così profondamente lacerano vite umane e luoghi, dobbiamo riaffermare con tenacia che cultura e innovazione devono rappresentare strumenti di dialogo, pace e futuro”. In questa prospettiva “le nostre tre Fondazioni devono continuare a svolgere la loro preziosa azione di stimolo. Non perdiamo mai di vista questa essenziale funzione”.

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