Maxi appalto Expo, Sala prosciolto da accusa di abuso d’ufficio

Maxi appalto Expo, Sala prosciolto da accusa di abuso d’ufficio
Giuseppe Sala, sindaco di Milano
30 marzo 2018

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non ha commesso nessun illecito quando, in veste di amministratore delegato di Expo, assegnò con un affidamento diretto al gruppo Mantovani l’appalto per la fornitura di 6 mila alberi per il sito dell’Esposizione Universale milanese. Lo ha stabilito il gup di Milano, Giovanna Campanile, che ha prosciolto l’ex numero uno di Expo dall’accusa di abuso d’ufficio. Respinta la richiesta dei sostituti procuratori generali Vincenzo Calia e Massimo Gaballo di mandare a processo Sala. Secondo il giudice milanese, le prove raccolte dai magistrati della procura generale a carico di Sala non bastano per sostenere l’accusa in un processo penale. Da qui la sua pronuncia di “non luogo a procedere” per il primo cittadino milanese “perché il fatto non sussiste”.

La procura generale contestava a Sala una serie di violazioni legate all’affidamento diretto della fornitura per il “verde” di Expo, assegnato direttamente (e dunque senza procedere con il lancio di un bando di gara) alla Mantovani, gruppo di costruzioni vicentino che nel 2012 si era già aggiudicato il maxi appalto per la progettazione e realizzazione della cosiddetta “piastra dei servizi”, l’infrastruttura più importante del futuro sito espositivo. E che, una volta ottenuta la commessa del “verde” al prezzo di 4,3 milioni di euro, la subappaltò a un altro fornitore per 1,7 milioni, incassando così una plusvalenza pari alla differenza tra i due importi.

Così facendo, sostiene l’accusa, Sala avrebbe violato una serie di norme del codice degli appalti determinando un “ingiusto vantaggio patrimoniale” alla Mantovani. Una mossa obbligata, secondo la difesa rappresentata dagli avvocati Salvatore Scuto e Stefano Nespor, perché legata ai tempi troppo stretti per rispettare il crono programma dei lavori. La procura generale era invece convinta che non ci fossero i requisiti di urgenza per giustificare un affidamento diretto e che Sala avesse a sua disposizione tutto il tempo necessario per procedere con il lancio di un bando di gara. Ma l’accusa non ha retto davanti al giudice.

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