May incassa la batosta ma tira dritto, nuovo governo con Dup nordirlandese. E la Brexit?

9 giugno 2017

La premeir Theresa May non ha alcuna intenzione di lasciare Downing Street nonostante il suo partito abbia perso la maggioranza del parlamento al voto di ieri. E annuncia che formerà un nuovo governo per “fornire certezza” al Paese, formato dall’alleanza del suo partito conservatore con gli unionisti nordirlandesi del Dup. La premier, parlando a Downing street dopo essere stata ricevuta dalla regina Elisabetta II, dice che il nuovo governo porterà la Gran Bretagna fuori dalla Ue nei tempi previsti e ha promesso di costruire un paese in cui nessuno verrà lasciato indietro. “ciò di cui il Paese ha più bisogno è certezza” e solo l’alleanza tra Conservatori e unionisti la può garantire I due partiti lavoreranno insieme dopo aver “beneficiato di un forte rapporto per molti anni”. “E ora andiamo al lavoro” conclude May. Tuttavia, la batosta inflitta a Theresa May alle legislative britanniche potrebbe cambiare lo scenario dei negoziati sulla Brexit, che la premier affronterà nettamente indebolita, sempre che resti al suo posto. Perdendo al maggioranza assoluta in parlamento la guida del governo conservatore non solo ha perso la sua scommessa di rafforzarsi, ma ha anche gettato una fitta ombra sulla sua capacità di imporre la linea nei negoziati con Bruxelles, che devono cominciare tra una decina di giorni. Il commissario europeo Guenter Oettinger ha subito messo il dito nella piaga: “Abbiamo bisogno di un governo che sia capace di agire, che possa negoziare la Brexit … I britannici devono negoziare la loro uscita, ma con un partner negoziale debole, c’è il pericolo che i negoziati non vadano bene a nessuna delle parti” ha detto il commissario al Bilancio.

Rincara la dose il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che ha detto di “sperare” che l’Ue non debba trovarsi di fronte a “ritardi supplementari” nella conclusione dei negoziati sulla Brexit, dopo il voto nel Regno Unito che ha prodotto un “hung parliament” e indebolito la posizione della premier Theresa May. Secondo Simon Hix, della London School of Economics, il risultato potrebbe spingere il Regno unito ad adottare “un tono meno aggressivo” ammorbidendo forse la “hard Brexit” promossa da May, che comporta l’uscita da mercato unico e controlli all’immigrazione dalla Ue. “La hard Brexit è finita nella pattumiera stanotte” ha detto l’ex ministro delle Finanze conservatore George Osborne. May aveva convocato il voto anticipato per avere le mani libere sulla Brexit. Invece “si trova con un credito politico danneggiato al momento di iniziare il negoziato” dice Keith Featherstone, specialista di politica europea alla London School of Economics. “Il risultato non sarà sfuggito né alla cancelliera britannica Angela Merkel, né al presidente francese Emmanuel Macron. Questo cambia al dinamica” dice il politologo Paul Kelly. C’è un problema anche con l’ala dura euroscettica del partito conservatore. “Se avesse avuto un mandato forte, avrebbe avuto il peso sufficiente per sistemare questioni come quella del conto della Brexit che Bruxelles chiede a Londra. Ma ora prima dovrà risolvere i problemi interni ai tories, dove molti non vogliono pagare” dice Kelly. Nigel Farage, ex leader dell’eurofobo Ukip, è preoccupato. “La Brexit è in pericolo” ha detto, mentre medita su un ritorno in scena, visto che il suo partito è quasi sparito dalla mappa elettorale.

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“L’articolo 50 è stato invocato, siamo in viaggio. Ma May ha messo tutto in pericolo. Anche il ministro della Brexit David Davis comincia a fare concessioni” ha twittato. Gli anti-Brexit hanno colto la palla al balzo. “I termini della Brexit vanno negoziati in maniera del tutto diversa. La gente non ha votato per lasciare il mercato unico” ha subito detto Gina Miller, leader della campagna pro-Ue “Best for Britain”. La questione dei tempi è quella più urgente. Senza maggioranza May dovrà fare consultazioni per formare un nuovo governo, il che potrebbe ritardare l’avvio del negoziato. “E’ il caso totale” chiosa Tim Bale, della Queen Mary University di Londra. “in due anni la Brexit dovrà aver luogo” ha detto il commissario Ue Pierre Moscovici. “May ha perso la scommessa, e questo cambia forse qualcosa”. L’affluenza alle urne per le politiche anticipate di ieri nel Regno Unito è stata del 69%, la più alta dal 1997, questo nonostante i britannici siano stati chiamati a votare per la terza volta in due anni. Questo dato conferma le previsioni che un’alta affluenza avrebbe giovato al partito laburista di Jeremy Corbyn, a discapito dei conservatori di Theresa May.

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