Medico con l’Ebola è stabile. “In cura con un farmaco sperimentale”

Medico con l’Ebola è stabile. “In cura con un farmaco sperimentale”
25 novembre 2014

Le condizioni del medico italiano appartenente allo staff di Emergency in Sierra Leone contagiato da Ebola erano “di stabilità clinica” alla sua partenza dalla Sierra Leone e “al momento della presa in carico condizioni permanevano stabili”. Lo ha detto Emanuele Nicastri, infettivologo dello Spallanzani, leggendo il primo bollettino medico. L’uomo al momento ha già iniziato “un trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato in Italia e autorizzato con apposita ordinanza dall’Aifa su indicazione del ministero della Salute”, ha aggiunto Giuseppe Ippolito, diretto scientifico dell’istituto.

Il paziente “è arrivato stamattina dalla Sierra Leone, la gestione del trasporto è stata effettuata secondo i protocolli e il paziente è stato monitorizzato per 6 ore senza che sia stata rilevata alcuna criticità”. “Non daremo il nome del farmaco fino alla fine del piano terapeutico”, ha spiegato Ippolito, parlando della terapia alla quale è stato sottoposto il “paziente zero”, primo caso in Italia di un uomo contagiato dal virus Ebola. Ippolito ha aggiunto che il farmaco antivirale “rientra nell’elenco di farmaci che l’Organizzazione mondiale della sanità ha indicato ed è per la prima volta utilizzato in Italia. E’ stato però già usato in Ebola all’interno della rete clinica coordinata dall’Oms e che riunisce tutte le strutture che hanno trattato almeno un paziente sia in Usa che in Ue”. Al medico “non saranno consentite visite e potrà comunicare con i familiari solo via telefono”. “E’ persona di grande equilibrio e competenza che ha interagito con nostri medici” ha aggiunto Ippolito.

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Intanto, arrivano nuove risorse per “potenziare le misure di sorveglianza e di contrasto delle malattie infettive” e quindi anche per la lotta contro l’ebola. Con un emendamento alla Legge di stabilità, il governo stanzia 5 milioni nel 2015 e altrettanti nel biennio successivo. Di questi, 2 milioni nel primo anno e 2 milioni nel 2016-2017 incrementano il fondo per l’avvio dell’unità per alto isolamento dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

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