Meno liberta’ religiosa nel mondo, cristiani i piu’ perseguitati

Meno liberta’ religiosa nel mondo, cristiani i piu’ perseguitati
3 novembre 2014

Un peggioramento complessivo della condizione della liberta’ religiosa e in particolare dei cristiani che si confermano i piu’ perseguitati al mondo. E’ quanto emerge dal rapporto sulla “Liberta’ religiosa nel mondo”, a cura dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Piu’ specificamente, su 196 Paesi al mondo, in 81 la liberta’ religiosa e’ ostacolata. In 20 Paesi si valuta come praticamente assente la liberta’ di professare la propria fede: 14 di questi sono a maggioranza musulmana. Secondo il documento, inoltre, i cristiani sono sempre la minoranza religiosa piu’ perseguitata. Il Rapporto annota anche, con preoccupazione, la spinta in Occidente a confinare la religione “nella sfera privata”. Aumentano inoltre i casi di antisemitismo, mentre molti musulmani subiscono violenze e persecuzioni per mano di altri musulmani. “Purtroppo – commenta ai microfoni di Radio vaticana Marta Petrosillo, portavoce in Italia di Aiuto alla Chiesa che Soffre – la tendenza e’ negativa e purtroppo questa non e’ una novita’ dell’edizione del 2014, perché gia’ da diversi anni si riscontra questa diminuzione della liberta’ religiosa – piu’ o meno – in tutto il mondo, ovviamente in forme diverse: andiamo dalle violenze cruente antireligiose alle forti discriminazioni. Quello che riscontriamo, in generale, e’ proprio una diminuzione della tolleranza e del pluralismo religioso. E questo anche nel vecchio continente”.

I cristiani, molto spesso, si ritrovano ad essere una minoranza oppressa: in molti dei Paesi – pensiamo solamente al Medio Oriente, in cui i cristiani vivono da secoli – sono oggi preda del fondamentalismo islamico. In Europa si riscontra un aumento degli episodi sia antisemiti che antiislamici e spesso anche in relazione – ad esempio – al conflitto isarelo-palestinese”. La responsabilita’ per invertire questa tendenza inquietante – sottolinea il Rapporto – spetta innanzitutto alle comunita’ religiose stesse. Di qui l’appello ai leader religiosi affinché si oppongano con forza alla violenza perpetrata in nome della religione.

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