Migranti, dalla micro criminalità al terrorismo: il tunisino jihadista “pronto a morire per l’Isis”

Migranti, dalla micro criminalità al terrorismo: il tunisino jihadista “pronto a morire per l’Isis”
5 agosto 2016

Era pronto a morire e a fare propaganda per la causa dei terroristi del Daesh. La Procua di Napoli, attraverso il pm Luigi Alberto Cannavale, ne aveva chiesto l’arresto per terrorismo, ma il gip aveva respinto. “Sono isissiano finche’ avro’ vita. E se moriro’ vi esorto a farne parte”, diceva il 26 gennaio scorso Mohamed Kamel Khemiri, tunisino di 41 anni arrestato questa mattina dai carabi ieri del Ros per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina nell’ambito di una indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere. A quanto si apprende, l’uomo, indagato per terrorismo internazionale, era molto attivo su Facebook, Twitter e chat.

Khemiri ha precedenti per traffico di stupefacenti, ma l’indagine dei Ros iniziata a settembre 2014, coordinata dalla procura anti terrorismo di Napoli e in collegamento investigativo con quella di Bari, traccia la sua progressiva radicalizzazione all’ideologie fondamentalista che lo porta ad abbandonare progressivamente forme di micro criminalita’. Cresce sui social la sua condivisione della propaganda diffusa dallo stato islamico, tanto che in alcune conversazioni intercettate esprime soddisfazione per le numerose vittime degli attentati a Parigi nel gennaio 2015. Il tunisino, nell’organizzare la sua rete per favorire l’immigrazione clandestina, ha la complicita’ di Ali’ Shek e Mohammed Kamrui, titolari di due aziende tessili nel Casertano; sono loro a predisporre i contratti di lavoro fittizi e le false buste paga per i cittadini extracomunitari che devono regolarizzare la loro posizione in Italia. Badrddine Aifa e Mohammed Charraki, cercano sul territorio chi fara’ le false dichiarazioni di ospitalita’ agli immigrati.

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Per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, “oggi e’ un’altra giornata di successi per lo Stato che ha sferrato un duro colpo a una organizzazione criminale: si tratta di otto provvedimenti nei confronti di stranieri indagati per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al falso documentale e, tra questi, ci sarebbe anche l’ideatore dell’organizzazione, un tunisino jihadista che si era autoradicalizzato”. Alfano che si e’ congratulato telefonicamente con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio De Sette. Le indagini portate avanti “con successo dai Ros avevano rintracciato, a carico del presunto capo jihadista e come prova del suo processo di graduale auto-radicalizzazione, tutta la sua attivita’ sui social network, dove tra l’altro aveva esultato per i recenti attentati avvenuti in Francia”.

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