Muore sul nascere l’intesa Micciché-Ferrandelli. E il “Coraggioso” strizza l’occhio a Cuffaro

Muore sul nascere l’intesa Micciché-Ferrandelli. E il “Coraggioso” strizza l’occhio a Cuffaro
25 gennaio 2017

Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco a Palermo, dove si vota in primavera, e indagato dalla Procura per voto di scambio politico-mafioso per una vicenda che risale a 5 anni fa, respinge le accuse “infamanti e grottesche” del pentito Giuseppe Tantillo, imparentato col boss di Borgo Vecchio, un quartiere popolare che ironia della sorte si staglia proprio a pochi passi del suo comitato elettorale, dove in mattinata ha incontrato i giornalisti. Il leader dei Coraggiosi (il movimento che ha fondato un anno e mezzo fa, ndr) non nasconde l’amerezza e rivendica il suo impegno antimafia, ricordando di essere l’unico deputato regionale che ha scelto di dimettersi dopo le parole di Manfredi Borsellino, il figlio del giudice ucciso da Cosa Nostra. E di averlo fatto proprio nel giorno delle commemorazioni per la Strage di via D’Amelio, rinunciando a uno stipendio di 15 mila euro. “Il clamore delle notizie riportate dalla stampa e di un delinquente che poi si è pentito possono fare più rumore di anni di storia e di impegno antimafia, lo ribadisco a seguito delle accuse infamanti che un pentito mi ha rivolto, la mia figura non possa non ricordare la strada dalla quale provengo” ha detto l’ex deputato regionale dem nella sua prima uscita pubblica dopo l’avviso di garanzia ricevuto e le dichiarazioni rese davanti ai magistrati due giorni fa.

L’ANTIMAFIA “Questa vicenda amareggia me, la squadra che ho costruito e la mia famiglia – ammette – Ma questo ci impone di andare avanti”. A divulgare la notizia di aver ricevuto l’avviso a comparire davanti ai Pm era stato una settimana fa lo stesso Ferrandelli, pronto a lasciare in caso di condanna. “Quando ho ricevuto l’invito a comparire, ho ritenuto di non dovermi avvalere della facoltà di non rispondere – ha ammesso –, che è ciò che ogni avvocato consiglia, ma proprio perché ho un progetto importante per Palermo ho ritenuto doveroso rispondere a tutte le domande che mi hanno rivolto i magistrati nei quali ho la massima fiducia”. “Fare politica in questa citta’ – ha aggiunto – è molto dura e chi decide di stare per strada e non dietro la scrivania rischia di avere degli incidenti come quelli che mi sono capitati in prima persona. Per questo la mia campagna elettorale va avanti”. Le accuse mosse dal pentito di Borgo Vecchio, riguarderebbero una vicenda che risale a cinque anni fa, quando anche allora Ferrandelli era candidato a sindaco, ma del Partito democratico. “Mi sono formato all’interno dei movimenti antimafia – ha rivendicato – Conosco bene il quartiere di Borgo Vecchio dove ho lavorato per anni con i ragazzi del quartiere”.

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LE ALLEANZE Nei giorni scorsi a ipotizzare una convergenza proprio sull’ex candidato sindaco del Pd, che ha deciso di non rinnovare la tessera del partito, era stato il leader di Forza Italia Gianfranco Micciché, attuale commissario del partito in Sicilia. E l’incontro con i cronisti in mattinata è servito a chiarire anche quest’ultimo aspetto. “Tutti i soggetti che liberi da appartenenze – ha detto Ferrandelli – vorranno sottoscrivere un progetto per vincere saranno valutati sulla base delle condizioni che abbiamo sempre dato e del nostro programma scritto con i cittadini. Non Micciche’, non Forza Italia, non Romano, ma tutti i mondi che vorranno sottoscrivere la nostra piattaforma saranno invitati al dialogo”. “Sono il candidato di tutti – ha sottolineato – altrimenti mi sarei candidato con un partito. Niente bandiere, non avremo ne’ padrini ne’ padroni”. E riferendosi alle parole dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, che ha scontato una condanna di sette anni per mafia, ha detto: ” non ci trovo nulla di strano: così come ha fatto dichiarazioni in generale sulla politica, non posso impedirgli di fare valutazioni sulle persone. Devo dire che non posso collegare queste parole alla vicenda giudiziaria, dal punto di visto politico può fare solo piacere ricevere tanti apprezzamenti”.

DISTANZE CON FI “Mi auguro che non ci sia correlazione tra l’attivita’ giudiziaria della magistratura e la dichiarazione di Cuffaro o lo riterrei allarmante -ha ribadito in tono ironico- ma questo conferma che stiamo lavorando sodo e in tanti si stanno accorgendo in questi mesi dell’immobilismo della Sicilia e che c’e’ qualcuno che si sta muovendo”. Quindi, tornando alle dichiarazioni di Cuffaro ha tagliato corto: “Non ho mai votato Cuffaro non è un mio sponsor. Ho sentito un endorsement per Orlando di un cuffariano: si tratta di Cardiale e go conosciuto più cuffariani in giunta con Crocetta che in altre stanze della politica”. Ma il progetto civico di Ferrandelli non piace a Forza Italia. E proprio sul simbolo arriva la stoccata di Micciché. “In questi giorni – dice il leader forzista – ho ascoltato tutti, pareri, consigli, propositi, ragionamenti e intendimenti. Ma la prima voce che ho il dovere di ascoltare è quella della base, e dalla base sta emergendo, chiaro e netto, un messaggio: dall’identità non si prescinde, il simbolo non si discute. Noi siamo Forza Italia e lo rivendichiamo con orgoglio”. Di certo c’è che, salvo condanne, l’attuale leader dei Coraggiosi, che vanta un passato nel partito umanista e in Italia dei Valori, e che 5 anni fa ha perso al ballottaggio contro Leoluca Orlando, allora sostenuto da Idv, tornerà a sfidare anche il Professore, che domenica aprirà la sua campagna elettorale. Questa volta non sarà sostenuto dai Dipietristi, ai quali ha detto addio a un anno dalla sua elezione per dare vita a un nuovo soggetto politico – il Movimento 139 – ma da alcune liste civiche senza simboli di partito. Ne conta già cinque e intanto continua a trattare con il Pd di Matteo Renzi, auspicando una convergenza con i democratici.

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