Natalie e la moda palestinese: ripenso gli abiti con il digitale

8 maggio 2017

Abiti tradizionali palestinesi ripensati in chiave contemporanea con l’aiuto della tecnologia. E’ l’idea della giovane stilista 27enne Natalie Tahnan, che nel suo studio di Gerusalemme ha deciso di riprodurre al computer le finissime lavorazioni di tessitura intrecciata e i ricami antichi. Prendendo spunto dalla moda palestinese disegna digitalmente i suoi modelli, poi li stampa sul raso e sulla seta. Il risultato è originale e attuale. Le sue rivisitazioni stanno attirando l’attenzione in tutta l’area del Golfo, e sta riscuotendo un discreto successo vendendo i vestiti anche sul web. Voleva fare qualcosa di nuovo e assolutamente moderno. Per secoli, racconta, i palestinesi hanno indossato abiti lunghi e neri, poi hanno iniziato ad adornarli con ricami rossi e in molte aree rurali disegni particolari e preziosi identificano abiti da matrimonio o per altre celebrazioni. Ogni regione ha i suoi. “Volevo concentrarmi su cinque aree – racconta – Gerusalemme, Hebron, Jaffa, Gaza e Ramallah. Sui motivi e i colori utilizzati in queste zone e ispirati alle antiche tradizioni palestinesi”. I giovani designer come lei hanno tentato di svecchiare la moda. Natalie, però, che ha studiato a Doha e a Londra, è l’unica a Gerusalemme ad aver abbandonato la tecnica del ricamo tradizionale. Ma nei territori palestinesi non ci sono le attrezzature adatte ai suoi lavori. I tessuti vengono quindi stampati a Dubai e poi riconsegnati a lei, passando però attraverso Qatar e Giordania. “Qui le spedizioni sono complicate – dice – e l’import-export verso il Golfo passando da Israele è un problema. Dobbiamo sempre portare i disegni fuori dal Paese e poi farli arrivare in altri modi”. “Perché non fare tutto qui a Gerusalemme? Sarebbe molto meglio, ne varrebbe la pena. E non parlo solo della moda”.

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