Ncd insorge su Jobs Act. Renzi difende intesa Pd: partita chiusa

Ncd insorge su Jobs Act. Renzi difende intesa Pd: partita chiusa
14 novembre 2014

Matteo Renzi trova l’accordo nel Pd per modificare il Jobs Act, ma si scopre sul fronte destro della maggioranza, con Ncd che boccia l’intesa Dem e rivendica il diritto a dire la sua su eventuali cambiamenti al testo licenziato dal Senato. E neanche l’incontro serale a palazzo Chigi per ora sblocca la situazione: “La partita e’ ancora tutta aperta”, dicono i capigruppo Ncd Sacconi e De Girolamo dopo aver visto il responsabile economico Pd Taddei e il sottosegretario Lotti. In serata pero’ il premier taglia corto: sul Jobs Act “la partita e’ chiusa”, si andra’ “avanti cosi'”, cosi’ come “non c’e’ nessuna trattativa sulla legge elettorale” che ormai “e’ in dirittura d’arrivo. Nel primo pomeriggio il Pd annuncia l’accordo, raggiunto con tutti i componenti della Commissione Lavoro, compatti nel chiedere modifiche: il testo del Jobs Act sara’ modificato dalla Commissione Lavoro della Camera rispetto alla versione licenziata dal Senato, e in cambio l’ok di Montecitorio arrivera’ in tempi rapidissimi, gia’ il 26 di novembre, con il voto di fiducia sul nuovo testo. Intesa che riceve la benedizione del premier da Bucarest: le modifiche concordate riguardano “tutto quello che e’ stato deciso nella direzione del Pd” e dunque “il primo gennaio entreranno in vigore le nuove regole sul lavoro: e’ un grandissimo passo in avanti”. E conferma: “E’ possibile ci sia la fiducia sul testo che verra’ fuori dall’accordo di queste ore”. Ma il metodo non incontra il favore di Ncd e delle altre componenti centriste della maggioranza: la richiesta e’ di discutere la questione con tutta la coalizione, perche’ “il Parlamento non puo’ ratificare un accordo raggiunto in una riunione del Pd”, spiega Nunzia De Girolamo. Si rischia addirittura un cortocircuito quando il ministro Maria Elena Boschi dice no a vertici di maggioranza. Dichiarazione che poi verra’ precisata, anche con una telefonata del ministro al capogruppo Ncd Sacconi, per spiegare che non ci saranno vertici con tutti i segretari ma di sicuro in Parlamento si lavorera’ tutti insieme. Ovvero, “l’intesa del Pd – spiegano dal Nazareno – vale per presentare emendamenti del relatore in commissione Lavoro. Li’ si discutera’, come e’ normale che sia, tutto alla luce del sole”. Il punto e’ che qualcuno dovra’ cedere: se Ncd non accettera’ le modifiche, di sicuro nel Pd non c’e’ la minima intenzione di rimettere in discussione l’accordo. Uno dei partecipanti alla riunione Dem taglia corto: “Per noi quell’accordo non e’ modificabile. Punto. E abbiamo la parola di Renzi”. Anche perché, si ricorda, a firmare gli emendamenti per modificare il Jobs Act “sono stati tutti i componenti Pd della commissione Lavoro, non solo quelli della minoranza”. Del resto, anche il vice segretario Pd chiarisce la posta in gioco: con l’accordo interno sul Jobs Act “chi aveva la tentazione di usare la delega sul lavoro per aprire fronti interni al Pd, oggi ha avuto una risposta seria”, grazie ad un “confronto serio” che ha portato a un “punto di condivisione che responsabilmente impegna tutti”. Insomma, non sembra aria di ulteriori ripensamenti nel Pd dopo che finalmente sembra chiusa una delle partite piu’ complicate nei rapporti interni al partito. E anche il sottosegretario Graziano Delrio, in serata, assicura: “La forma” che il Jobs Act ha assunto dopo le modifiche decise nel Pd “mi pare molto buona, con molti argomenti per stare bene insieme”. Dunque “sono sicuro che la maggioranza responsabilmente lo approvera’ nei tempi che abbiamo deciso insieme”.

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