`Ndrangheta, in manette 7 esponenti della cosca Gallelli

`Ndrangheta, in manette 7 esponenti della cosca Gallelli
7 dicembre 2017

E’ di sette arresti il bilancio dell’operazione della Polizia di Stato di Catanzaro, nell´ambito di una operazione denominata ” Pietranera “. I provvedimenti sono stati emessi dal GIP Distrettuale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica – Dda. Gli indagati, tutti del comprensorio di Soverato, sono ritenuti colpevoli, a vario titolo, di più episodi di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa, nei confronti di due imprenditori agricoli con attività ubicata nel Comune di Badolato. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro con la supervisione del Procuratore Capo Nicola Gratteri, hanno permesso di accertare che il capo cosca settantaquattrenne Vincenzo Gallelli ha imposto, per oltre vent´anni, la “guardiania” sulle proprietà di una nota famiglia di Badolato, fissando altresì le modalità di sfruttamento dei terreni e costringendo, di anno in anno gli imprenditori a concederli a pascolo ed erbaggio a propri familiari, nipoti e pronipoti, impedendone in tal modo il libero sfruttamento commerciale da parte dei legittimi proprietari.

Le indagini, anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno fatto emergere, in particolare, come gli imprenditori agricoli, vittime delle estorsioni dalla metà degli anni ´90 al 2008 siano stati costretti ad accettare la presenza nelle loro aziende, quale “custode” di Vincenzo Gallelli, che garantiva loro la cd. “tranquillità ambientale”, costringendoli, a donargli quale controprestazione, numerosi terreni, nonché ad affidare la gestione e lo sfruttamento di altri fondi agricoli a sé ai suoi familiari, come il pronipote 37enne Antonio Gallelli con divieto, di fatto, di esercitare, sui terreni attività non concordate con il capo cosca. In particolare, ogni qual volta le vittime tentavano di dare corso ad una produzione agricola intensiva, i loro raccolti erano completamente distrutti dagli animali posseduti dai membri della famiglia Gallelli lasciati abusivamente al pascolo sui terreni coltivati.

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