Nel cuore della Terra per imparare a vivere su altri pianeti

Nel cuore della Terra per imparare a vivere su altri pianeti
12 settembre 2019

Scendere nelle profondità della Terra per prepararsi a vivere su altri pianeti. È quello che faranno i sei astronauti impegnati nella nuova edizione del corso di addestramento CAVES dell’Esa che mira a fornire ai partecipanti le tecniche per addentrarsi in terreni finora inesplorati sulla Luna e su Marte – questa volta con particolare attenzione alla ricerca dell’acqua – migliorando le loro capacità di comunicazione, risoluzione dei problemi e lavoro di squadra. I sei ‘grottonauti’ della sesta edizione di CAVES sono l’astronauta dell’ESA Alexander Gerst, gli astronauti NASA Joe Acaba e Jeanette Epps, il cosmonauta russo Nicolai Chub, il canadese Josh Kutryk ed il giapponese Takuya Onishi. Dopo una settimana di preparativi sopra e sotto il suolo, i ‘grottonauti’ sono pronti per esplorare una grotta in Slovenia dove vivranno e lavoreranno per sei giorni. Ieri i sei hanno iniziato la loro discesa nel buio per allestire un campo base il 20 settembre. Supportati da una squadra di istruttori e personale di sicurezza, i sei esploratori prenderanno le proprie decisioni e lavoreranno autonomamente, isolati dal mondo esterno e affrontando il ritardo nelle comunicazioni.

“Fa tutto parte di una simulazione, ma l’esperienza è la cosa che più si avvicina, su questo pianeta, alle limitazioni ambientali, psicologiche e logistiche di una missione nello spazio”, spiega Loredana Bessone, ideatrice del corso. “L’addestramento comprende scienza reale, operazioni reali e veri astronauti, insieme ai migliori speleologi sul campo”, aggiunge la Bessone. “Questa nuova avventura di speleologia spaziale li aiuta ad imparare gli uni dagli altri, da loro stessi e dalla grotta, che ti rende umile con i suoi spazi chiusi e l’oscurità”, spiega il direttore tecnico del corso Francesco Sauro. L’esplorazione sotterranea – si legge sul sito dell’Esa – significa seguire i flussi di aria e di acqua come rivelatori di nuovi sentieri da percorrere. L’equipaggio imparerà come rintracciare l’acqua, il principale collegamento con la vita sulla Terra ed una risorsa preziosa nell’esplorazione spaziale. Le grotte sono normalmente create da corsi d’acqua. Per questa edizione l’ESA ha selezionato una grotta in un’area in cui i fiumi scorrono sotterranei. Per mantenere l’elemento esplorativo, gli astronauti stessi non ne conoscono l’esatta posizione.

“La grotta è un labirinto di passaggi per lo più inesplorati e ricca di specie autoctone”, spiega Francesco Sauro “Questa zona del Carso è una delle meraviglie naturali d’Europa e dove la speleologia è praticamente nata”, dice Franci Gabrovek, professore all’Istituto di Ricerche Carsiche ZRC SAZU in Slovenia. “La genesi delle grotte, il flusso misterioso delle acque sotterranee e la vita sotterranea pongono ancora numerose questioni scientifiche. Gli astronauti possono aiutarci a rispondere a queste domande”, aggiunge il professore. Inospitali e di difficile accesso, le grotte sono mondi quasi incontaminati e luoghi ideali per prove scientifiche. Gli astronauti eseguiranno decine di esperimenti e saranno alla ricerca di segni di vita che si è adattata a condizioni estreme. “Speriamo veramente di trovare ancora nuove specie”, dice Loredana Bessone m ricorda la scoperta del crostaceo Alpioniscus Sideralis durante la seconda edizione di CAVES nel 2012. Anche monitorare la presenza di ‘microplastiche’ sarà parte del programma scientifico.

Gli astronauti utilizzeranno una versione aggiornata dell’Electronic Field Book. Questa piattaforma tutto-in-uno, facile da usare, permetterà loro di fornire registri scientifici e video mentre controllano le procedure e le schede di segnale su un tablet. In superficie, la squadra di controllo missione traccerà in modo asincrono i loro progressi con una mappa 3D generata sull’app mentre esplorano la grotta. Gli scienziati possono geolocalizzare le osservazioni scientifiche degli astronauti abbinate alle immagini, ed inviare i loro commenti in grotta. “Si tratta di scienza aumentata. Questa tecnologia consente all’equipaggio ed alle squadre a terra di risparmiare tempo, e aiuta a migliorare il ritorno scientifico della missione”, aggiunge Loredana Bessone. Mentre tutte le agenzie spaziali si preparano per l’esplorazione lunare, “l‘ESA sta assumendo un ruolo guida nelle spedizioni nel sottosuolo per delineare le future missioni esplorando grotte lunari”, assicura.

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