Pd, si discute ancora su liste. Bonaccini verso candidatura

Pd, si discute ancora su liste. Bonaccini verso candidatura
Stefano Bonaccini
9 aprile 2024

C’è ancora molto da lavorare sulle liste Pd per le europee e la sferzata di Elly Schlein alle “correnti” del partito non ha certo creato un clima migliore. La direzione che deve approvare le candidature non è ancora fissata, si parla del 19 aprile, ma non è escluso che il `parlamentino’ Pd si riunisca in due tempi, con una seconda sessione a fine mese, a ridosso del termine per la presentazione delle liste. La segretaria vuole mantenere l’impegno ad “aprire” il partito, la presenza della società civile dovrà essere visibile, forte, ma “le correnti” non ci stanno a votare liste preparate senza un confronto vero.

Non si parla solo della minoranza, l’attenzione è alta anche in una buona parte della sinistra Pd che l’ha sostenuta alle primarie, quella di Andrea Orlando e Giuseppe Provenzano, perché l’intemerata contro “le correnti” è suonata a tutti un po’ come un l’avvertimento di chi intende andare avanti senza dare troppo ascolto “ai caminetti”, come fatto filtrare su Repubblica ieri. La leader Pd si vedrà “già nelle prossime ore” con Stefano Bonaccini, fa sapere un parlamentare democratico, e il presidente Pd pare orientato ad accettare la candidatura come capolista nel nord-est. C’è ancora da definire qualche dettaglio, soprattutto il nome di chi dovrà correre per la presidenza dell’Emilia Romagna al suo posto. Lui si limita a dire “a giorni vi farò sapere”, ma il punto è che l’intesa con Bonaccini rischia di non bastare, perché – come dice un parlamentare della sinistra – “attualmente il gruppo Pd in Europa è quasi interamente formato da esponenti della minoranza, dopo il voto non sarà così”.

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Il problema però non riguarda solo `Energia popolare’, appunto l’area di opposizione interna guidata da Bonaccini. Anche la sinistra chiede che nelle liste le istanze progressiste non siano appaltate solo alla società civile. Non sembra un caso che la Schlein abbia proposto ad Andrea Orlando di correre nel Nord-Ovest, un modo appunto per candidare anche dirigenti del partito di primo piano, come accade con Nicola Zingaretti nella circoscrizione centro. Il problema è sempre quello di far conciliare le tante esigenze: gli innesti della società civile, la candidatura degli amministratori Pd come Decaro e Nardella – che da ex sindaci portano voti – la presenza della stessa Schlein in lista, gli europarlamentari uscenti – come la vice-presidente del Parlamento europeo Pina Picierno. Un affollamento che complica molto la composizione del puzzle. Perché le preferenze da esprimere sono tre “e quasi nessuno arriva a dare anche il terzo voto, di solito ci si limita a due”.

Di certo, in tanti dicono che la sferzata alle correnti non può essere usata per fare le liste senza un confronto. E’ un falso problema, dicono in molti, quello delle correnti. “Come è noto io ne faccio parte – dice Marco Sarracino – ma se si riconduce il tema della lotta alla criminalità organizzata ad una vicenda di correnti si rischia di non aver capito la gravità della situazione”. E Piero De Luca aggiunge: “Le correnti non c’entrano con le liste e nemmeno con le vicende di cronaca di questi giorni. Noi lavoriamo per avere liste equilibrate e pluraliste che valorizzino la classe dirigente del Pd. Va bene l’apertura alla società civile, ma sia equilibrata e rispettosa delle grandi qualità che abbiamo nel Pd”.

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Soprattutto, continua, “le liste sono sempre una scelta collegiale, giusto che la segretaria dia l’indirizzo, ma poi il confronto culmina nella votazione in direzione”. Il rapporto con Giuseppe Conte, nel frattempo, resta freddo, dopo lo strappo pugliese. La stretta di mano tra i due al convegno di stamattina non sembra sufficiente a dare il via ad una ricucitura, l’apertura di Michele Laforgia arrivata oggi per ora non viene confermata dai 5 stelle. I 5stelle restano su di lui, dice Leonardo Donno, “auspichiamo quindi che ci possa essere una convergenza sul nome civico di Laforgia”. La Schlein però non smette di provarci, oggi i suoi Davie Baruffi e Igor Taruffi si sono visti alla Camera con i 5 stelle Paola Taverna e Andrea Quartini per cercare un convergenza su Firenze e il confronto viene definito “positivo” da fonti dem. Per la leader Pd non c’è altra strada che provare a costruire un’alternativa insieme alle altre forze di opposizione.

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