Nuovo Pd, vecchi litigi. Stai sereno Nicola

Nuovo Pd, vecchi litigi. Stai sereno Nicola
Matteo Renzi e Nicola Zingaretti
17 marzo 2019

Oggi l’assemblea del Pd ratificherà la nomina di Nicola Zingaretti a segretario. Del resto il governatore del Lazio ha stravinto le primarie. L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, sempre molto attivo sui social, lo “abbraccia” e scandisce: “L’Italia si aspetta dal PD una risposta allo sfascio di Salvini e Di Maio, non più polemiche interne”. Giusto. Peccato che soltanto ieri i protagonisti della mozione Giachetti-Ascani (ossia i renziani) abbiano annunciato che non voteranno Paolo Gentiloni alla presidenza del PD perché non hanno condiviso il metodo con cui è stato scelto. Dicono che il nome è stato imposto dalla maggioranza del partito.

Penso: ma un movimento del genere, con dei dirigenti del genere, incoerenti e divisi su tutto, come può mai costruire un’alternativa credibile? Dopo Luigi Zanda, scelto da Zingaretti come nuovo tesoriere benché ai tempi di Enrico Letta abbia approvato la norma che ha azzerato il finanziamento pubblico ai partiti e ora, invece, abbia presentato una proposta per reinserirlo (quando si dice la coerenza), ci mancavano anche i renziani a due facce. A questo punto Renzi poteva usare anche con Zingaretti un suo vecchio motto: “Stai sereno Nicola”.

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