Prove di disgelo Salvini-Di Maio per nuova fase. Flat tax e Iva rinviati a settembre

Prove di disgelo Salvini-Di Maio per nuova fase. Flat tax e Iva rinviati a settembre
Luigi Di Maio (s), Giuseppe Conte e Matteo Salvini
10 aprile 2019

Nel ‘day after’ l’approvazione del primo Def del governo giallo-verde che ha certificato il crollo dell’economia italiana, il premier Giuseppe Conte tenta di ricucire gli strappi nel governo con un pranzo di lavoro con i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, mentre Tria è volato a Washington per la riunione del Fmi. Troppa la carne al fuoco a partire dai ‘nodi’ flat tax e aumenti dell’Iva che vengono di fatto rimandati a settembre. Ma anche gli attesi provvedimenti – dallo sblocca cantieri al dl crescita e i rimborsi per i risparmiatori truffati dalle banche – i cui testi ufficiali non hanno ancora visto la luce. Intanto, una bocciatura senza appello al Documento è arrivata dall’opposizione che parla di un governo in totale confusione e dai sindacati che chiedono un cambio di passo sulla politica economica e arrivano a evocare lo sciopero generale.

I due vice premier, protagonisti del pranzo di lavoro – durato circa tre ore – sono usciti abbastanza soddisfatti dall’incontro definito “cordiale e positivo” dai rispettivi staff. Secondo qualificate fonti leghiste, si e’ pero’ evitato di affrontare i nodi piu’ spinosi che avevano diviso Salvini e Di Maio nelle scorse settimane, che riguardano non solo la strategia politica ma anche quella comunicativa divenute piu’ aggressive in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Da entrambe le parti, si e’ pero’ convenuta la necessita’ di dare un nuovo impulso all’azione dell’esecutivo M5s-Lega. Da parte del Movimento si parla di “Fase 2”, definizione gia’ usata da Conte nei giorni scorsi. Da parte della Lega si preferisce la denominazione “accelerazione”.

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Non solo l’incontro ha avuto un esito positivo ma, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, e’ stato deciso di ripetere questi pranzi a cadenza costante. Magari non settimanale ma bisettimanale, ma da parte di entrambi gli interlocutori si e’ riconosciuta la necessita’ di tali incontri con funzione di “aggiornamento”. Il capo dell’esecutivo ha cercato di rassicurare, giustificando le pesanti cifre scritte del Documento che segnano una netta inversione di rotta rispetto agli annunci e alle promesse di qualche mese fa. “Siamo determinati ad evitare l’aumento dell’Iva e non prevediamo una patrimoniale”, ha detto Conte sminuendo le notizie su scontri e tensioni a palazzo Chigi. “E’ stata una riunione tranquillissima, tra noi è normale dialettica, è stata scelta l’impostazione più corretta”, ha assicurato.

Dal canto suo ci prova anche Salvini che ha dovuto, per il momento ingoiare il boccone amaro del rinvio sulla flat tax (“ci stiamo lavorando”). La crescita è stimata allo 0,2% per quest’anno “perché siamo prudenti, meglio correre dopo ed essere prudenti prima”, ha affermato il vicepremier. E anche Salvini ha garantito: “L’Iva non aumenta, non ci sono tasse sulla casa e non ci sono tasse sui risparmi”. Pure per Di Maio “aumentare l’Iva per fare la flat tax è una follia, la flat tax si farà ma non aumentando l’Iva”, ha detto il vicepremier pentastellato che invece ha insistito su un altro tema caldo per i 5S, quello dei truffati dalle banche e i continui rinvii sui decreti per i rimborsi.

“Se non si concorda con i risparmiatori non si fa nulla”, ha affermato Di Maio alludendo al fatto che non tutte le associazioni dei risparmiatori hanno firmato l’intesa di inizio settimana a palazzo Chigi. Tutti d’accordo nel governo – tranne forse il ministro Tria a cui spetta l’arduo compito di trovare i soldi – sullo stop all’aumento dell’Iva, senza però fare i conti con i costi dell’operazione. Ben 23 miliardi nel 2020 che, secondo le indicazioni di Conte, dovrebbero essere reperiti attraverso la spending review e le tax expenditures, il cui riordino è atteso da anni. Si aspetta di vedere la pubblicazione dei testi ufficiali del Def per capire come verranno declinate tutte le indicazioni e le intenzioni delle due anime del governo.

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Sul fronte libico, il premier ha aggiornato i suoi due vice del colloquio con Fayez al Sarraj, anche in vista dell’informativa che terra’ domani alla Camera dei deputati. Nel governo – viene riferito – c’e’ totale concordia sul fatto che l’opzione da perseguire sia quella della diplomazia e che vada evitata ogni soluzione militare. Conte, Salvini e Di Maio avrebbero anche parlato dei provvedimenti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri, che si terra’ in Calabria, a Gioia Tauro. In agenda, il decreto preparato dal ministro della Salute Giulia Grillo dopo la sospensione della direzione generale dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose.

La decisione del pranzo e’ stata presa ieri, con il presidente del Consiglio che ha formulato l’invito ai due vice nel corso di una delle riunioni fiume collegate al Consiglio dei ministri che ha varato il Def. Conte, sia ieri che oggi, avrebbe invitato i suoi vicepremier ad abbassare i toni soprattutto nei confronti di tutti i componenti dell’esecutivo (dopo giorni si stilettate a ministri M5s da parte di Salvini, e di repliche irritate da parte di Di Maio). Ieri il via libera al Def e’ stato accompagnato dalle polemiche legate alla flat tax e all’eventualita’ che con il semaforo verde alla tassa piatta al 15% possa essere necessario l’aumento dell’Iva. Un’ipotesi esclusa sia da Salvini che da Di Maio.

“Ma ieri al Cdm c’e’ stato una discussione serena, nessuno scontro”, riferisce un ministro. E’ la stessa tesi illustrata dal presidente del Consiglio, Conte. Il governo, con ‘l’operazione verita” portata avanti dal ministro dell’Economia Giovanni Tria sulle stime contenute nel Def, ha voluto evitare l’affondo dei mercati e scongiurato un aumento dello spread. Si aspetta comunque il documento ufficiale. Per sterilizzare le clausole di salvaguardia dell’Iva dopo le Europee si aprira’ una trattativa con Bruxelles, per puntare sulla flessibilita’.

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Altro tema di confronto e’ quello della giustizia. In materia di riforma del processo penale – viene riferito – resta ferma la volonta’ di Alfonso Bonafede, da parte M5s, e quello di Giulia Bongiorno, da parte Lega, di portare avanti il progetto resta ferma: ma a mancare e’ il feeling tra i due ministri (in settimana si dovena tenere un incontro poi saltato). Sul fronte partiti, in vista dell’appuntamento il voto di maggio, Salvini e’ alle prese con le liste sulle Europee (si stringe sui nomi, continuano a circolare tra gli altri quelli dell’economista Antonio Maria Rinaldi, dell’ex FI, Silvia Sardone), M5s sta lavorando sul posizionamento a Strasburgo. Sul piano interno il clima permane da campagna elettorale, con il Movimento 5 stelle che per esempio fa da sponda al Pd sul ‘congelamento’ del ddl Pillon.

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