Qatar, un impero da 360 miliardi e la passione per banche e immobili

Qatar, un impero da 360 miliardi e la passione per banche e immobili
5 giugno 2017

L’ultima operazione qatariota in Italia non è firmata dal colosso Qia, uno dei fondi sovrano più grandi al mondo con asset per 360 miliardi di dollari. Ad aprile la famiglia Al Emadi è diventata azionista della NanoSilical Devices, uno spin off dell`Università della Calabria, fondato nel 2014 dal team di ricerca costituito da Luigi Pasqua, Antonella Leggio e Catia Morelli, e finalizzato allo sviluppo di prodotti nanostrutturati. Un riconoscimento prestigioso dal momento che la famiglia Al Emadi ha scelto le biotecnlologie calabresi tra 151 progetti internazionali. Nelgli ultimi anni il Qatar ha investito in modo massiccio in Italia ma anche a livello globale attraverso il fondo sovrano QIA. L’appetito per investimenti, soprattutto azionari, non sembra ridursi nonostante la flessione dei prezzi del gas e alcune delusioni profonde per investimenti realizzati all’estero. Negli ultimi mesi il fondo sovrano del Qatar ha rilevato il più grande produttore di polli in Turchia, ed ha investito alcuni miliardi di dollari nella russa Rosneft e nella britannica National Grid. Il portafoglio del fondo del Qatar è molto ricco. Le principali partecipazioni azionarie all’estero riguardano Volkswagen con il 17% (primo azionista con un valore di oltre 12 miliardi), il 9,75% di Rosneft (7 miliardi), e poi quote di quasi 5 miliardi di dollari nelle britanniche Glencore, 3 miliardi in Barclays e Royal Dutch Shell. La grande passione del fondo sovrano sono le banche con quote anche in Credit Suisse e Deutsche nonostante le recenti delusioni in termini di performance dei titoli.

QIA detiene anche il 13% di Tiffany per un valore di circa 1,3 miliardi di dollari, nonché quote di Harrods e Sainsbury’s. Lusso, moda e turismo sono tra i target più ricercati del Qatar ed è in questi comparti che il piccolo Stato del Golfo è attivo in Italia. L’interesse per l’Italia è in costante crescita come dimostra l’attesa per il via libera per l’acquisto della compagnia aerea Meridiana da parte di Qatar Airways e QIA era stato indicato come possibile anchor investor di Mps nella fase dell’aumento di capitale. Numeri dunque in crescita anche se la Gran Bretagna è molto distante. Società e immobili oltre la Manica sono i preferiti. Il fondo qatariota detiene quote nell’aeroporto di Heathtrow nonché il 20% di Iag, la holding che controlla British Airways e Iberia. Fa capo al Qatar il progetto immobiliare Porta Nuova a Milano, e da dieci anni è qatariota la proprietà degli alberghi di lusso in Costa Smeralda costruiti dall’Aga Kahn e poi trasferiti alla Starwood. Nel settore alberghiero il fondo del Qatar possiede anche l’hotel Gallia a Milano e il Four Season a Firenze. Ma anche il Baglioni e l’Excelsior a Roma nonché alcuni palazzi di pregio nella capitale. I rapporti tra Italia e Qatar sono decollati cinque anni fa con il governo Monti. L’emirato ha creato nel 2012 con Cdp Equity, una joint-venture chiamata Iq Made in Italy che come prima operazione è entrata con il 28% nel capitale di Inalca (gruppo Cremonini), 2 miliardi di fatturato nell’alimentare. E con progetti di sviluppo nel settore del turismo. Nel settore moda il fondo d’investimento Mayhoola cinque anni fa ha acquistato la maison Valentino per 700 milioni di euro e più recentemente ha rilevato il marchio Pal Zilieri. E poi c’è il capitolo calcio. Il paese ospiterà i mondiali nel 2022 dopo essere diventati proprietari del club Paris Saint German. E per la manifestazione del 2022, partecipano ai lavori per le infrastrutture e non solo anche aziende italiane, come il gruppo Salini e la Rizzani De Eccher.

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