Raggiunto compromesso Ue su protezione temporanea a sfollati da Ucraina

Raggiunto compromesso Ue su protezione temporanea a sfollati da Ucraina
3 marzo 2022

Il Consiglio dei ministri degli Affari interni dell’Ue ha approvato all’unanimità, questo pomeriggio a Bruxelles, sulla base di un compromesso dell’ultima ora, l’attivazione della direttiva europea del 2001 sulla protezione temporanea dei profughi, che si applicherà in tutti gli Stati membri alle persone che fuggono dalla guerra in Ucraina. Un risultato che non era affatto scontato, visto che l’Ungheria e la Polonia, con l’appoggio degli altri due paesi del gruppo di Visegrad (Slovacchia e Repubblica ceca) e dell’Austria erano contrari alla proposta nella versione originariamente presentata dalla Commissione europea. Tanto che la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, aveva messo le mani avanti al suo arrivo al Consiglio, stamattina, avvertendo che ci sarebbero voluti probabilmente “diversi giorni, forse una settimana” per arrivare all’approvazione. La protezione temporanea per coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina dura un anno, prorogabile per altri due anni, e prevede la concessione del permesso di soggiorno, con accesso all’istruzione, al mercato del lavoro, ai sistemi sanitari e al sistema di welfare dello Stato membro in cui questi profughi decidono di fermarsi.

Il problema, per l’Austria e il gruppo di Visegrad, non era la protezione temporanea per i cittadini ucraini, che soprattutto i polacchi considerano un popolo fratello, ma la sua estensione, prevista dalla proposta originaria, anche ai cittadini stranieri in Ucraina con permesso di soggiorno di lunga durata. Per questi paesi, a essere inaccettabile era l’idea di concedere “automaticamente” il diritto di soggiorno a stranieri, magari islamici, provenienti dall’Afghanistan o da paesi asiatici o africani, rinunciando al controllo dello Stato sulle procedure per l’eventuale concessione o il rifiuto a queste persone dell’asilo. Una verità che naturalmente non poteva essere detta in modo chiaro, perché l’Ue e i suoi Stati membri sono ufficialmente contro ogni discriminazione su basi etniche o religiose. 

Leggi anche:
Corruzione, arresti e accuse scuotono la Regione Liguria. Domiciliari per governatore Toti

Non è un caso che questa direttiva non sia mai stata attivata prima, neanche durante l’afflusso massiccio di profughi in Europa in fuga dalla guerra civile in Siria nel 2015-2016. In realtà, la decisione di attivare la direttiva sarebbe stata possibile a maggioranza qualificata; ma questo avrebbe significato rompere un tabù, imposto dai paesi dell’Est e ormai affermatosi nell’Ue, per cui le questioni riguardanti migranti, rifugiati, frontiere esterne e asilo si decidono tutte all’unanimità. Questo, nonostante il Trattato di Lisbona preveda, dal 2007, politiche comuni in quest’area, con le decisioni prese, appunto, a maggioranza qualificata.

La direttiva sulla protezione temporanea, adottata dall’Ue prima dell’allargamento a Est, aveva anticipato di sei anni questa possibilità (la rimozione del diritto di veto individuale), anche se limitandola a un caso molto specifico: l’afflusso massiccio di profughi da un solo paese in preda a eventi tragici come quelli oggi in corso in Ucraina. Alla fine, durante la discussione di oggi, è stato il presidente di turno del Consiglio Ue, il ministro francese dell’Interno Gérald Darmanin, a promuovere il compromesso che ha consentito di convincere i paesi contrari: ora ogni Stato membro potrà scegliere se applicare la direttiva per la protezione temporanea alle persone non di nazionalità ucraina, ma con permesso di residenza di lunga durata in Ucraina, o se invece sottoporle alle normali procedure nazionali per la richiesta dell’asilo, con la possibilità che siano respinte le loro richieste, e che siano quindi rimpatriati nel paese d’origine. 

Leggi anche:
Giorgia Meloni in Libia: dalla gestione dei flussi migratori alla cooperazione economica

Vale la pena di notare che lo status dei richiedenti asilo è molto meno tutelato rispetto a quello dei beneficiari della protezione temporanea, che corrisponde sostanzialmente alla concessione dell’asilo stesso, anche se solo per 1-3 anni. Rispondendo ai giornalisti durante la conferenza stampa al termine del Consiglio, in serata, la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson ha detto chiaramente che la modifica che ha permesso il compromesso è stata una sola: “La proposta originaria prevedeva che la protezione temporanea si applicasse anche ai residenti di lungo periodo in Ucraina provenienti dai paesi terzi; ora questi soggetti saranno coperti o dalla protezione temporanea oppure dalla legislazione nazionale” sull’asilo.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti