Referendum, tutto rinviato a settembre. Bersani: “A me girano un po’”. E i renziani apprezzano Parisi

Referendum, tutto rinviato a settembre. Bersani: “A me girano un po’”. E i renziani apprezzano Parisi
22 luglio 2016

Fari puntati sulla politica internazionale nell’assembela del Pd in programma sabato, in particolare su Europa, Turchia e terrorismo internazionale. “Non si toccheranno i temi del referendum e della legge eelttorale”, dicono sicuri esponenti dem di maggioranza e minoranza. Anche perche’ quello dell’appuntamento con il quesito referendario rimane il centro del dibattito. Per lo stato maggiore renziano, “non c’e’ alcuna fretta” sull’Italicum anche perche’, come spiega Orfini, una legge elettorale c’e’ gia’ ed e’ “una buona rete” di sicurezza per discutere con tutta calma. Le ipotesi di correzioni in campo sono le piu’ varie, dal Bersanellum proposto dalla minoranza dem, al modello greco dei Giovani turchi, passando per il proporzionale invocato da Sinistra Italiana. A dare una accelerazione al dibattito ci ha pensato il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, con le riserve sollevate sull’introduzione del balottaggio che, ora, in tanti fanno proprie. Un elemento che ha suscitato il disappunto di Bersani: “Adesso arrivano tutti a dire che bisogna correggere l’Italicum e a me mi girano un po’, perche’ bisognava pensarci prima, adesso c’e’ chi ci ha preso gusto”, ha spiegato Bersani. “Se si arriva al referendum senza correggere questa roba io non sapro’ cosa dire alle persone, sarebbe un salto nel buio”, ha aggiunto.

Il premier non si espone, ha gia’ chiarito che qualsiasi mossa spetta esclusivamente al Parlamento. Ma, proprio su questo punto, aumenta lo scetticismo dei renziani che non vedono, ad oggi, possibile raggiungere i numemri necessari per portare a casa una nuova legge elettorale. La strategia per arrivare alla vittoria dei si’ sulla consultazione, intanto, e’ cambiata, e non soltanto con la decisione di fare marcia indietro rispetto all’eccessiva personalizzazione del voto sul ddl Boschi. Il cambio riguarda anche i tempi: bisognera’ aspettare tutto il mese di agosto prima di vedere partire una vera e propria campagna anche perche’ la consultazione dovrebbe tenersi il 6 novembre. Per la settimana prossima ci potrebbero essere degli eventi ai quali prendera’ parte il presidente del Consiglio, ma la decisione e’ quella di far passare l’estate prima di ‘sferrare’ l’attacco e portare i cittadini a dare il via libera definitivo alle riforme. Quindi nessun volantino per gli italiani sotto l’ombrellone. Anche perche’ i renziani stanno cercando di capire quali saranno gli schieramenti sul campo. Guardano con interesse ai movimenti in corso nel centrodestra. Con Parisi che su input di Berlusconi dice no al referendum ma si’ al governo. Del resto l’asse con Confalonieri, riferiscono fonti parlamentari, e’ ben saldo e non prevede solo spazi per il si’ al referendum nelle televisioni targate Fininvest. Un atteggiamento morbido sul referendum potrebbe essere un viatico per i si’.

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