Referendum, D’Alema apre comitato No. Se vince, fine del partito di Renzi

Referendum, D’Alema apre comitato No. Se vince, fine del partito di Renzi
6 settembre 2016

boschiLe opposizioni intensificano le polemiche contro il governo chiedendo che sia scelta la data del referendum. E mentre il premier garantisce che sarà annunciata entro il 13 ottobre, in campo sul fronte del “no” scende Massimo D’Alema che dall’assemblea del cinema Farnese a Roma lancia un comitato di sinistra. Domenica scorsa,  a Torino, il ministro Maria Elena Boschi (foto)aveva spiegato che la consultazione si terrà “tra la fine di novembre e i primi di dicembre”, suscitando polemiche. Ieri, in conferenza stampa al termine del G20 in Cina, il premier è stato ancor meno preciso sulla data: “Il referendum deve essere fissato a norma di legge entro il 13 ottobre, e a quel punto dal giorno in cui verra’ fissato, decorrono tra i 50 e 70 giorni di tempo. Nei prossimi giorni, ascoltando i soggetti interessati il Cdm fisserà la data, ragionevolmente nei tempi già previsti”. Parole, quelle di Renzi e della Boschi, che hanno fatto infuriare le opposizioni. “La ministra Boschi gioca a nascondino con la data del referendum. Da ottobre siamo passati a tra novembre e dicembre – accusa Sinistra italiana con Arturo Scotto e Loredana De Petris -. L’ennesima dimostrazione di scarsa sensibilità istituzionale. Pretendiamo rispetto”.

calderoli-640“Renzi e Boschi giocano sporco con la data del voto, già rimandata di un mese e mezzo. Indecente, ma anche inutile. Tanto vince il ‘no'”, dice il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta mentre la Lega, con Roberto Calderoli (foto), chiede l’intervento del presidente della Repubblica: “Adesso basta, scenda in pista Mattarella per tirare le orecchie a Renzi e dargli un ultimatum per fissare la data”. Attacchi che arrivano anche da dentro il Pd. Dall'”arcinemico” di sempre di Renzi, Massimo D’Alema, che a Roma ha radunato esponenti della politica, militanti, intellettuali, per lanciare un comitato per il No al referendum, guidato da Guido Calvi. Anche D’Alema invita a fissare la data del voto perchè “è sgradevole che il governo non definisca la data del referendum e dia una sensazione di furbizia”. L’ex premier ha definito la riforma un “pastrocchio che spacca il Paese” e che “ripropone, in alcuni casi peggiorandoli, alcuni punti qualificanti della riforma di Berlusconi” e ha annunciato che un gruppo di costituzionalisti sta lavorando a una proposta di revisione “limitata e condivisa”. D’Alema ha anche chiamato la minoranza Dem a decidere da che parte stare, assicurando di non voler “dividere il Pd” e di voler restare nel partito, ma mostrando anche di guardare a un progetto che vada oltre la battaglia referendaria.

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speranza_rit“La vittoria del no segnerà la fine dell’idea del partito di Renzi e del Partito della Nazione, un’idea dannosa. Come si dice, non perdiamoci di vista, non solo di qui al referendum ma anche dopo”, ha sottolineato, perché “c’è un partito senza popolo e un popolo senza partito a cui non vogliamo dare un partito ma un’occasione di impegno civile e politico”. Nessuna idea di un nuovo partito, dunque? D’Alema si schermisce, dice che ormai ha un lavoro a livello internazionale che “mi diverte”. All’attacco il leader della minoranza Pd. “Io penso che oggi la somma tra riforma costituzionale e legge elettorale produce un risultato non positivo – ha chiosato Roberto Speranza -. Va cambiata la legge elettorale. Se arriveranno, spero già alla Festa Unità dove il segretario di solito fa un discorso importante, segnali in questa direzione, allora si potrebbe lavorare per riunire il Pd. Se questo non dovesse avvenire, sarò coerente con quanto già fatto: sulla legge elettorale mi sono dimesso da capogruppo del Pd alla Camera”.

OrlandoAl coro renziano si aggrega il ministro della Giustizia. “Sorprende che a sostenere le ragioni del no ci sia una personalità come D’Alema che ha caratterizzato tutta la sua vita politica per il compimento di una transizione istituzionale che questa riforma forse riuscirà a raggiungere – ha detto Andrea Orlando (foto) -. I referendum sono caratterizzati anche dalla propaganda – ha aggiunto – io mi auguro che poi la discussione torni al merito. Il superamento del bicameralismo e l’esigenza di razionalizzare i rapporti tra centro e Regioni sono oggetto di una discussione che va avanti da lunghissimo tempo con più tentativi di riforma. Credo che se il referendum si riporterà sul binario giusto può far cogliere ai cittadini questi aspetti”. Ma Gianni Cuperlo, esponente della sinistra Dem, rilancia: “Renzi dica con chiarezza cosa pensa del pacchetto di proposte su legge elettorale, elezione dei senatori, immunità, tutele delle minoranze. Sulla base di questo ciascuno assumerà in coscienza la scelta ritenuta più giusta”.

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