Referendum, è sempre scontro nel Partito Democratico: la minoranza vuole farci perdere

Referendum, è sempre scontro nel Partito Democratico: la minoranza vuole farci perdere
28 settembre 2016

Il ‘patto della lavagna’ in tv, le promesse del premier sullo Stretto: non e’ solo il Movimento 5 stelle ad equiparare Renzi a Berlusconi. L’accusa arriva dal pentastellato Di Battista (critiche partono da tutta l’opposizione) ed e’ condivisa pure dalla minoranza dem. “La verita’ – spiega uno dei bersaniani – e’ che Renzi e’ tornato a concentrare l’attenzione su di lui e non sulle riforme. Il voto e’ sul governo, noi cosi’ non ci stiamo, sembra il Cavaliere”. La trattativa sulla legge elettorale non decolla. I ‘ribelli’ hanno depositato il Mattarellum 2.0 al Senato ma al momento non c’e’ alcun tavolo in vista. Il Pd guarda soprattutto a FI, e’ pronto al dialogo con le altre forze politiche ma intanto punta al referendum: sulle modifiche all’Italicum si discutera’ dal 5 dicembre, si aspettano prima le proposte. Una tesi che la minoranza dem continua a respingere. “Sono i nostri veri avversari – dicono fonti parlamentari dem -, l’unico loro obiettivo e’ quello di farci soccombere al referendum”. La partita sul dopo e’ tutta da scrivere: qualora dovessero vincere i si’ si andra’ al congresso senza strappi, con i ‘rivoltosi’ che comunque porteranno all’assise il fronte del No. Ma se l’esito della consultazione dovesse essere negativo e’ chiaro che i renziani farebbero ricadere le colpe sulla minoranza che, questa la tesi, in ogni caso e’ capace comunque di spingere una parte dei militanti a non andare a votare. “Le liste in ogni caso le farebbe Renzi e difficilmente troverebbe spazio chi ora ci vuole far perdere”, ricorda un ‘big’ del Nazareno. Lo scontro tra il fronte del Si’ e il fronte del No nel Pd si avvicina, un ‘redde rationem’ e’ dietro l’angolo, ma il presidente del Consiglio chiedera’ che tutto il partito si impegni “nella battaglia di tutte le battaglie”. Renzi sta preparando la Leopolda e intanto ribadisce che con “la riforma non si riduce alcuno spazio di democrazia, riduce le poltrone”.

E’ il messaggio che comparira’ anche nei manifesti, il messaggio che dovranno diffondere i volontari in un ‘porta a porta’ ritenuto decisivo sul risultato dell’appuntamento del 4 dicembre. Renzi punta molto sulla societa’ civile, sulle categorie, affinche’ venga data voce ai cittadini, affinche’ si discuta nel merito della riforma. Per far passare il contenuto del ddl Boschi il premier si confrontera’ anche con il costituzionalista Zagrebelski venerdi’ in tv ed e’ disponibile a farlo con chiunque, da D’Alema a Berlusconi, viene riferito. L’obiettivo e’ raggiungere soprattutto gli elettori del centrodestra. Con la convinzione che molti elettori (e parlamentari) di FI puntano sulla stabilita’. FI – questo il ragionamento – non appoggera’ mai un governo di scopo se non vuole che il Movimento 5 stelle possa vincere le elezioni. Ma l’opposizione attacca il premier a testa bassa. Le promesse sullo Stretto? “Solo bugie”, e’ l’affondo. Al fianco del premier Alfano che domani fara’ partire i comitati per il si’. “Questo – avverte il leader Ap – e’ l’ultimo treno per le riforme”.

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