Rezza: test sierologico serve a dirci reale dimensione epidemia

Rezza: test sierologico serve a dirci reale dimensione epidemia
20 maggio 2020

“A livello di studio il test sierologico è molto importante perché ci può dire quali sono le dimensioni reali dell’epidemia”, lo ha detto Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute durante l’audizione informale alla Commissione Igiene e sanità del Senato sui profili sanitari della cosiddetta Fase 2 dell`epidemia coronavirus.

“Oggi – ha detto Rezza ricordando la sua recente promozione – lavoro al ministero della Salute ma fino all`altro ieri ero all`Istituto superiore di sanità dove abbiamo messo in piedi il sistema di sorveglianza della Covid-19″. “E – ha spiegato – questo sistema sappiamo che è in grado di catturare approssimativamente dal 5 al 10 per cento di tutte le persone infette, perché ci sono persone che sviluppano i sintomi e non fanno i tamponi, ci sono persone che sviluppano pochi sintomi o addirittura asintomatiche, e queste non vengono catturate, rilevate dal sistema di sorveglianza, quindi se noi vogliamo sapere, stimare con buona approssimazione qual è la dimensione reale dell`infezione dobbiamo fare uno studio di sieroprevalenza, ovvero vedere quante persone nella popolazione hanno anticorpi contro questo virus”.

“Se si usa un test che ha una buona sensibilità e una buona specificità noi possiamo stimare quante persone hanno sviluppato gli anticorpi. Quindi – ha sottolineato Rezza in riferimento ai test sierologici predisposti dal governo nell’ambito di un’indagine di sieroprevalezna a campione – io mi aspetto da uno studio di sieroprevalenza come quello che è stato programmato ed è iniziato in varie aree del Paese, di andare a veder quante persone hanno gi anticorpi che potrebbero essere protettivi nei confronti di questo virus nelle diverse aree del Paese. Per fare questo è bene utilizzare lo stesso test che abbia buone caratteristiche di affidabilità”.

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“Mi aspetto naturalmente – ha aggiunto – che in aree come la provincia di Bergamo o quella di Lodi la sieroprevalenza sia particolarmente elevata. Non so se raggiungeremo il livello di immunità di gregge perché raggiungere il 20%, 30%, 40% non vuol dire ancora immunità di gregge vuol dire che c`è ancora un 80%, 70%, 60% di popolazione suscettibile. Ma in alcune aree, penso a Bergamo, Alzano, Nembro, o nel lodigiano quegli 11 comuni della prima zona rossa come Codogno, mi aspetto delle prevalenze piuttosto elevate”. “Mi aspetto invece – ha concluso – prevalenze di sieropositività basse nel Centro-Sud della penisola e comunque una popolazione ancora ampiamente suscettibile”.

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