Riforma, via indennità e senatori a vita

4 agosto 2014

In un pomeriggio approvati 7 articoli del ddl Boschi. Per proseguire si aspetta Calderoli, oggi assente per lutto. I grillini non partecipano al voto: “Una porcata”

Dopo gli scontri degli scorsi giorni, il dibattito in Aula sulla riforma del Senato scorre adesso spedito. L’obiettivo sul quale punta Matteo Renzi è quello di arrivare a un’approvazione in prima lettura del testo entro l’8 agosto, prima della sospensione estiva dei lavori. Approvato l’articolo 2 del disegno di legge Boschi sulla composizione del Senato, oggi è arrivato il nodo immunità dei parlamentari. Su questo punto non si sono registrare novità rispetto alla posizione dei relatori e agli emendamenti già presentati, con la maggioranza che ha tenuto il punto sul mantenimento delle prerogative anche per i futuri senatori oltre che per i deputati. E così sarà: anche i menbri del nuovo Senato godranno delle immunità.
A partire da domani pomeriggio si dovrebbero affrontare le altre questioni aperte come quella delle leggi di iniziativa popolare e dei referendum abrigativi, con possibili novità sul numero di firme necessarie per presentarli. A Palazzo Madama, si discute anche a proposito della platea per eleggere il Presidente della Repubblica, a partire dall’emendamento del democratico Gotor che la vorrebbe estenderla anche ai parlamentari Ue.
Per il momento l’Aula ha deciso di lavorare fino all’articolo 9 del ddl di riforma costituzionale, relativo alle indennità dei senatori. La richiesta è arrivata dalla relatrice Anna Finocchiaro (Pd), per aspettare il ritorno del relatore di minoranza Roberto Calderoli prima di affrontare l’articolo 10: centrale, perché tratta delle funzioni del nuovo Senato. Calderoli oggi è stato assente perché colpito dal lutto della morte della madre. Durante le votazioni dall’articolo 3 al 9 è stata una sfilata di “sì”, nell’indignazione ostentata dei senatori grillini. Il capogruppo 5 Stelle a Palazzo Madama, Vito Petrocelli, ha confernato che per il Movimento il disegno di legge di riforma costituzionale è una “porcata” e ha annunciato che i grillini non parteciperanno più ai lavori.

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L’articolo 3 del ddl interviene sulla parte della Costituzione che si occupa dei senatori a vita: se la riforma entrerà in vigore, non esisteranno più. Dei 100 membri del futuro Senato, il Capo dello Stato continuerà a nominarne cinque, scegliendo “cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.” Ma tali senatori dureranno in carica sette anni – non a vita – e concluso il loro mandato non potranno essere nuovamente nominati. Approvata anche la norma che interviene sulla durata di Camera e Senato. Si stabilisce che la sola Camera dei deputati sarà in carica 5 anni. Mentre il mandato dei senatori sarà legato alla durata dei Consigli regionali che li eleggono. Disco verde all’articolo 6 relativo alle prerogative dei parlamentari e all’articolo 7 che stabilisce i “titoli di ammissione” dei senatori. Via libera dell’Aula del Senato anche all’articolo 8 sul vincolo di mandato.

Con il “sì” all’articolo 9 si è eliminata di fatto l’indennità per i senatori. Pd e Forza Italia hanno detto sì al mantenimento dell’immunità così come prevista dall’attuale articolo 68 della Costituzione: sia per i membri della Camera che per quelli del nuovo Senato. Lo hanno confermato il capogruppo Dem Luigi Zanda e il senatore azzurro Donato Bruno, che si sono espressi quindi a favore del testo così come licenziato dalla commissione Affari costituzionali. “No” agli emendamenti che ridisegnano l’istituto, proponendo di inserire al provvedimento un articolo aggiuntivo dopo l’8. Erano stati in un primo momento accantonati e messi in votazione per domani. E invece poi la relatrice Anna Finocchiaro e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, pur esprimendo la volontà e preferenza di conservare il testo uscito dalla commissione, hanno deciso di rimettersi all’Aula su questo punto. Gli emendamenti sono stati quindi messi ai voti. E sono stati tutti respinti: l’immunità resta anche per i futuri senatori.

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