Ripresa più forte e spread in calo

Ripresa più forte e spread in calo
24 luglio 2017

Ripresa che si rafforza e spread in calo: anche l’Fmi certifica che l’economia italiana riacquista vigore. E nell’aggiornamento del World economic outlook migliora le stime sul Pil di 5 decimali rispetto ad aprile, portando la previsione di crescita per il 2017 all’1,3%. Sul 2018 il ritocco all’insu’ e’ dello 0,2% all’1%. Numeri comunque leggermente meno rosei di quelli di Bankitalia, che ha pronosticato un Pil aumento dell’1,4% quest’anno e dell’1,3% nel 2018. Gli economisti di Washington, segnalano una ripresa piu’ forte delle attese in tutta la zona euro, sottolineando come lo spread con i bund tedeschi si sia “fortemente compresso” in Italia, Francia e Spagna, per la “diminuzione dell’incertezza elettorale e per i segnali di ripresa in rafforzamento”. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sottolinea che “un Paese che cresce di piu’ delle previsioni e’ un Paese che puo’ avere una legge di bilancio e un abbassamento del debito piu’ significativo e importante”. A Milano per presentare la candidatura della citta’ a sede dell’Ema, Gentiloni parla di un’economia che “finalmente mostra numeri importanti e interessanti”. Inoltre, osserva il premier, “dobbiamo registrare una cosa interessante perche’ l’Fmi aggiorna le previsioni di uno 0,2 nell’Eurozona, di uno 0,1 in Francia, di uno 0,2 in Germania e dello 0,5 per Italia: per altri Paesi e’ uno scalino che si sale, per l’Italia qualche scalino in piu'”.

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Le prospettive di crescita della zona euro quest’anno si collocano, secondo Fmi, all’1,9% (+0,2%) e nel 2018 all’1,7% (+0,1%). Stime ritoccate al rialzo in tutti i principali Paesi dell’Eurozona: Germania su dello 0,2% nel 2017 e dello 0,1% nel 2018, rispettivamente all’1,8% e all’1,6%; per la Francia la correzione in alto un decimale per entrambi gli anni, all’1,5% nel 2017 e all’1,7% nel 2018. Vola la Spagna con un Pil in accelerazione al 3,1% quest’anno (+0,5%) e al 2,4% (+0,3%) nel 2018. L’aumento della fiducia sulla ripresa di Eurolandia e’ testimoniato anche dal rafforzamento dell’euro, a fronte di un calo del dollaro per il peggioramento delle prospettive di crescita Usa. Frena invece l’economia britannica: il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso dello 0,3% rispetto ad aprile le stime sul Pil del Regno Unito quest’anno, atteso all’1,7%, con un’attivita’ economica “piu’ debole del previsto nel primo trimestre”. Inoltre, osserva il capo economista del Fondo, Maurice Obstfeld, “l’impatto finale” della Brexit, ovvero dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, resta incerto”. Decelerano anche gli Usa, dove le politiche di Trump si profilano meno espansive delle attese: Pil rivisto al ribasso dal 2,3% al 2,1% nel 2017 e dal 2,5% al 2,1% nel 2018. 

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