Ryancare senza i voti alla Camera. Trump in difficoltà minaccia perdite di poltrone

Ryancare senza i voti alla Camera. Trump in difficoltà minaccia perdite di poltrone
22 marzo 2017

Si intensifica la battaglia al Congresso americano in vista di giovedì, quando alla Camera arriverà il disegno di legge presentato il 6 marzo scorso e pensato teoricamente per abrogare e sostituire la riforma sanitaria approvata nel 2010 e tanto caldeggiata dall’ex presidente Barack Obama. L’incertezza su questo fronte ha preoccupato anche gli investitori a Wall Street: dove gli indici hanno archiviato la seduta peggiore dallo scorso settembre con cali superiori all’1%. Mentre la Casa Bianca minaccia apertamente i repubblicani che non intendono votare in favore dell’American Health Care Act, i membri più conservatori del Gop rispondono a loro volta con una minaccia. Il presidente Donald Trump ha detto che farebbero bene a votare il ddl – ribattezzato “Ryancare” per via del cognome dello speaker alla Camera, Paul D. Ryan (foto) – pena altrimenti la perdita della poltrona alle elezioni di metà mandato del 2018; dal canto suo il Freedom Caucus ha fatto capire che non ci sono i voti per la sua approvazione: “Non ci sono ancora i voti per il via libera”, ha detto Mark Meadows, presidente del gruppo congressuale, un repubblicano del North Carolina. E’ quanto emerso da una riunione da lui organizzata dopo che Trump si era recato appositamente al Campidoglio per convincere – con toni duri – gli scettici della bontà della nuova riforma sanitaria volta a soppiantare la “disastrosa” Obamacare.

“Restiamo l’unico gruppo di conservatori al Congresso”, ha detto Mo Brooks, deputato dell’Alabama. Anche Andy Harris, deputato del Gop del Maryland, ha usato parole simili dicendo che il suo è un “no deciso” sulla misura. Meadows ha per altro risposto a Trump dicendo: “Il mio è un lavoro temporaneo e lo sapevo sin dal primo giorno”. Come a dire che lui non ha certo paura di non essere rieletto. Tra i due la tensione non è mancata visto che il 45esimo presidente Usa, nella sua visita a Capitol Hill, gli aveva mandato a dire: “Mark, verrò a cercarti” se Ryancare non passerà. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha cercato di riformulare quanto detto a porte chiuse spiegando che Trump “continua a esprimere fiducia che il deputato Meadows…continui a vedere gli sforzi che sono stati fatti per rendere [il ddl] migliore”, modificato rispetto alla versione originaria; quest’ultima è stata per altro bocciata da un organismo bipartisan al Congresso (il Congressional Budget Office), secondo cui 24 milioni di americani perderanno la copertura sanitaria portando a 56 milioni il totale di persone senza un’assicurazione al 2026. Intanto sale la pressione su Ryan, che chiaramente sta facendo fatica a tenere insieme il suo partito. Se il ddl passerà, saprà dimostrare che il suo stile collaborativo premia; in caso contrario, verrà accusato di non sapere unire i repubblicani, inclusi i più ribelli. C’è chi sostiene che abbia trascorso tempo a raccogliere consensi più attraverso slide di PowerPoint e meno con attività di persuasione. Dato che nessun democratico voterà a favore del Ryancare, lo speaker alla Camera potrà permettersi di perdere non più di 21 voti repubblicani.

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