Salvini contro Tria: “Manovra da robetta, con Conte vuole fermarsi a 2% deficit/Pil”

27 luglio 2019

Ultimatum di Matteo Salvini a Giovanni Tria. ‘”Se Tria dice che quest’anno non se ne parla del taglio delle tasse, o il problema sono io o e’ lui”,  scandisce il ministro dell’Interno, nel secondo attacco al titolare del Tesoro in poche ore, dopo che giovedì sera aveva evocato il voto anticipato, pronto ad andare allo scontro con il titolare del Tesoro e le sue idee di “manovra da robetta”. Il problema e’ tutto sulla manovra d’autunno che, ha spiegato il capo della Lega ai suoi, deve prevedere “almeno dieci miliardi di tagli alle tasse e altri due in fondi ai disabili”. “Invece, Conte e Tria vogliono fermarsi al 2 per cento” nel rapporto deficit/Pil del 2020, ha lamentato, mentre “e’ chiaro che bisognera’ pescare dal deficit senno’ come si fa? Si va a rubare?”.

Dunque, rimane altissima la tensione nel governo. In una giornata mediaticamente dominata da fatti di cronaca nera l’ennesimo scontro, questa volta a sfondo economico, tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, finisce quasi sotto traccia. Eppure, il botta e risposta su flat tax e salario minimo tra i due vicepremier segnala un gelo che il faccia a faccia di giovedì non ha neanche scalfito. Al momento, spiegano fonti M5S, la Lega non ha presentato alcun piano per trovare le coperture per la flat tax laddove i 4 miliardi di taglio al cuneo fiscale presentati da Di Maio sono una proposta forse prudente ma percorribile. E, soprattutto, compatibile con il salario minimo, sul quale Di Maio punta e Salvini fa muro. Ma Di Maio sceglie di rispondere colpo su colpo. “La flat tax per me e’ ancora un mistero, ancora non ho visto le coperture, anche la flat tax volontaria di cui si parlava ieri non ho capito cosa significa”, sottolinea il titolare del Mise spiegando, in giorni non facili nel rapporto con il premier, di avere “piena fiducia in Conte e Tria”.

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L’altro tema e’ l’Iva. “Tria non ha ancora escluso che l’Iva non si aumentera’, pensa di poterla aumentare su alcune categorie di prodotti, ma non se ne parla”, ha messo in chiaro il segretario leghista. Prima di raggiungere il figlio al mare a Milano marittima, in una giornata in cui e’ stato in contatto telefonico col ministero per la tragedia del carabiniere ucciso a Roma e la vicenda dei migranti salvati dalla nave della guardia costiera, i problemi e le tensioni governativi, anche all’indomani del faccia a faccia con Luigi Di Maio, rimangono sempre gli stessi. “Ci sono dei ministri come Toninelli, Trenta e Costa che fanno danni ai 5 stelle e a Di Maio prima ancora di farne al Paese”, e’ il pensiero del leghista. Salvini non vuole entrare nelle questioni interne di ‘casa M5s’ ma i dubbi sono evidenti.

“Il problema resta la capacita’ di tenuta dei 5 stelle, se tocchi anche solo uno di questi ministri”. A chi gli suggerisce che forse la revisione della squadra andava fatta subito dopo il voto europeo, il segretario leghista risponde: “Si certo, ma poi il rischio sarebbe stato che venisse giu’ tutto”. Intanto, l’Espresso anticipa una nuove indagini nei confronti di Armando Siri, questa volta su due “prestiti di favore a elevato rischio” concessi da una banca di San Marino e caratterizzati da una doppia serie di “violazioni sistematiche” delle regole creditizie. E anche il caso Russia resta tutt’altro che chiuso, con tutte le possibile conseguenze in fatto di relazioni internazionali per la Lega. E con un premier che si mette in piena linea con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando, alla conferenza degli ambasciatori, dell’Ue e degli Usa come “l’asse portante dello scenario geopolitico”.

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