Sangue e aiuti arrivano con il drone, un nuovo progetto in Rwanda

Sangue e aiuti arrivano con il drone, un nuovo progetto in Rwanda
14 ottobre 2016

Droni per trasportare aiuti e medicinali anche nelle aree più difficili da raggiungere, abbattendo tempi e costi. In Rwanda è partito questo progetto che punta a migliorare il sistema delle cure mediche, lo stanno già sperimentando 21 cliniche per far arrivare sacche di sangue ad alcune zone occidentali del Paese. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il Rwanda è uno dei Paesi con il più alto tasso di mortalità materna, si muore spesso di emorragie dopo il parto per mancanza di sangue per le trasfusioni. Il territorio, collinoso e con strade spesso inagibili a causa delle frequenti piogge, non facilita gli spostamenti rapidi quindi l’ausilio dei droni potrebbe essere fondamentale, “vitale” in molti casi. “Questo è un prodotto d’urgenza – spiega Keller Rinaudo, a capo dell’azienda Zipline, con base in California, che ha disegnato i droni – l’80% serve a gente che ne ha davvero bisogno, come mamme e bambini. La sfida con il sangue è che non dura a lungo, e ce ne sono tanti tipi, quindi è davvero difficile sapere quale mandare e dove sono le urgenze. E’ un bene così prezioso che non si può solo immagazzinare in un singolo centro medico, ma bisogna capire bene dove inviarlo”. I droni in questione assomigliano a piccoli aerei, funzionano a batteria con un’autonomia di circa 150 km, pesano 13 chili e possono trasportare un carico di circa un chilo e mezzo, che corrisponde a circa tre sacche di sangue. Volando a 70km all’ora si calcola che ogni drone possa effettuare 150 consegne al giorno.

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