A poche ore dalla sentenza della Cassazione alcuni comandi delle forze dell’ordine avviano un giro di vite sui cannabis shop. In attesa delle motivazioni dei giudici della Suprema Corte sono partiti infatti sequestri e denunce verso alcuni rivenditori di prodotti derivati dalla cannabis light. Tra i primi a scendere in campo, la Guardia di finanza di Avellino: le fiamme gialle hanno sequestrato 72 confezioni di infiorescenze essiccate di cannabis light messe in vendita da un distributore automatico nei pressi di una scuola del capoluogo irpino. Il prodotto, 221 grammi, e’ stato sequestrato insieme a cartine e accendini. Il proprietario e’ stato denunciato a piede libero alla Procura di Avellino: nella nota della Gdf sull’intervento si richiamano espressamente la sentenza della Cassazione e “diverse circolari ministeriali”.
Secondo blitz a Caserta: qui la procura di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un decreto d’urgenza di perquisizione e sequestro preventivo nei confronti di tre negozi di cannabis light che “detenevano ed esponevano per la vendita infiorescenze, foglie, resina e olio ottenuti dalla coltivazione di una varieta’ di cannabis” che non rientra tra quelle ritenute “legali”. I titolari degli esercizi commerciali sono stati denunciati. L’operazione piu’ ampia si e’ svolta nella provincia di Reggio Calabria: 51 cannabis shop sono stati sottoposti a controllo da parte di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza. Nel corso dei controlli interforze sono stati raccolti 59 campioni delle sostanze commercializzate, poi inviati al Gabinetto regionale di Polizia scientifica della Calabria ed al Reparto investigazioni scientifiche di Messina, perche’ vengano effettuati gli esami volti a stabilire il livello di thc, il principio attivo contenuto nei prodotti in vendita.
Sequestri e denunce nella linea del questore di Macerata Antonio Pignataro, secondo il quale i cannabis shop non chiuderanno per legge ma dovranno rinunciare “a vendere infiorescenze, oli, resine, foglie” per non essere accusati di detenzione a scopo di spaccio di sostanze stupefacenti. Di segno opposto la posizione di associazioni di categoria, commercianti e agricoltori che hanno investito negli ultimi anni sul business della canapa e ora sperano di non soccombere, magari anche grazie a motivazioni della Cassazione che lascino piu’ margine di interpretazione a favore della vendita dei ‘derivati’. Sul versante politico si confermano le divisioni: per Maurizio Gasparri (Fi) “la sentenza della Cassazione impone l’immediato stop al commercio di sostanze dannose”, mentre il M5s Lello Ciampolillo annuncia la presentazione di un ddl urgente, lunedi’ mattina: “Bisogna dare una risposta immediata alle migliaia di imprese che hanno investito nella cannabis light”.