Sla, senza un Piano nazionale malati pronti a sciopero fame

Sla, senza un Piano nazionale malati pronti a sciopero fame
22 maggio 2015

Un nuovo duro appello dei malati di Sla al Governo perché si attui il Piano nazionale sulla non autosufficienza. “Aspettiamo risposte altrimenti saremo a Roma in presidio permanente e sciopero della fame il 17 giugno, dalle 10:30 davanti al ministero dell’Economia, in via XX Settembre – ha detto, dal suo letto, Salvatore Usala, fondatore e segretario del Comitato 16 Novembre – non andremo via senza provvedimenti ed impegni concreti, non ci alimenteremo, siamo pronti a tutto anche a morire”. I malati hanno scritto al presidente Matteo Renzi, ai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del Lavoro, Giuliano Poletti, ricordando che sono “tre mesi che aspettiamo una convocazione per discutere di un Piano nazionale sulla non autosufficienza, base prioritaria per risolvere le problematiche della disabilità. Ci è stato promesso dagli ultimi tre governi, compreso il Vostro. Ma Voi vi stupite e vergognate solo quando ci vedete in piazza con barelle, carrozzine e ventilatori polmonari – hanno sottolineato -. I problemi sono tanti, li conoscete, ma siete falsi perché avevate preso anche l’impegno di rendere strutturale il Fondo Nazionale della non Autosufficienza a 400 milioni, una miseria, invece l’avete ridotto a 250 milioni per gli anni a venire. Non auguro a nessuno di ammalarsi di Sla, ma Voi ci volete isolare in Rsa, non badate a spese, media 100.000 euro annui, tutto per ingrassare un sistema clientelare privo di utilità sociale”.

Vogliono entro l’anno il Piano “da attuare in questo modo: riunioni programmate del tavolo interministeriale sulla non autosufficienza con cadenza almeno mensile per approvare il Piano entro novembre; alzare la dotazione del Fondo nazionale della non autosufficienza ad almeno un miliardo di euro nel 2016 e di 1,2 miliardi nel 2017 al fine di garantire l’attuazione graduale in tutta Italia dei livelli essenziali di assistenza definiti nel Piano; ridiscutere l’Isee, con ridefinizione di criteri e tabelle eque valevoli in tutta Italia, eliminando la possibilità di modificarle a livello regionale e comunale”.

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