Soldati poco “pacifisti”. E Palazzo Chigi boccia lo spot

Soldati poco “pacifisti”. E Palazzo Chigi boccia lo spot
Vito Crimi
20 ottobre 2018

Palazzo Chigi boccia lo spot tv per la giornata delle forze armate. Il video non usa i soliti toni istituzionali, quelli “propri delle campagne di comunicazione delle amministrazioni dello Stato” ha sentenziato il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, a cui spetta il compito di valutare i messaggi di utilità sociale che il servizio pubblico può trasmettere a titolo gratuito. Eppure lo spot per il 4 novembre, che celebra la vittoria italiana nella prima guerra mondiale (quest’anno ricorre il centenario), era piaciuto molto agli stessi militari.

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Un campione delle forze armate, infatti, ha avuto l’opportunità di vederlo in anteprima ed è rimasto entusiasta. Ma niente da fare. Almeno per ora l’ambizione del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, di valorizzare i nostri militari e la loro attività si è scontrata contro il parere del Dipartimento di Palazzo Chigi, guidato dal parlamentare del M5S Vito Crimi. Lo spot mostra momenti dell’addestramento reale dei soldati impegnati su molti fronti e le loro esercitazioni. Ha l’obiettivo, secondo le parole del ministero espresse in una nota inviata alla presidenza del Consiglio, “di stimolare nell’opinione pubblica riflessioni sull’importanza delle attività svolte dalla Difesa italiana a favore della collettività”.

Dal canto suo il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, pur apprezzando “il contenuto creativo di alto impatto emotivo” del video, basato sulle parole della poesia “Soldato” di George Skypeck, un veterano del Vietnam, ha sottolineato che lo spot non mette in risalto “la molteplicità delle attività svolte dalle forze armate” e gli altri valori che caratterizzano i militari, come “la solidarietà e l’integrazione con la comunità”. A spingere Palazzo Chigi a bocciare la campagna di comunicazione pare che siano state anche le immagini, giudicate “tanto violente in uno spot istituzionale e sulle reti Rai”.

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Eppure il video mostra agli italiani semplicemente quello che i nostri militari fanno tutti i giorni. Un’argomentazione che non ha convinto il Dipartimento, che ha richiamato la necessità di “prestare particolare attenzione alla sensibilità dei telespettatori e alla tutela dei minori” anche “considerato che i messaggi di utilità sociale trasmessi dalla Rai sono rivolti ad un target in tutte le fasce orarie consentite per la programmazione”.

Pazienza se né il ministro né i militari abbiano ritenuto le immagini inadeguate. Tutt’altro. Tanto che fonti vicine ai vertici delle forze armate ne descrivono l’irritazione, visto che hanno condiviso fin dall’inizio l’intenzione del ministro Trenta di presentare i militari così come sono, “anche se qualcuno, evidentemente, vorrebbe dipingerci come se lavorassimo per le Ong”. Insomma, lo spot, realizzato peraltro durante il governo Gentiloni e poi modificato, serviva soltanto a restituire dignità e orgoglio ai militari, a ricordare i cento anni dalla fine della Grande Guerra e a celebrare l’unità nazionale. In ogni caso il ministero della Difesa e i vertici militari non hanno intenzione di arrendersi e nei prossimi giorni cercheranno di trovare una soluzione per fare in modo che lo spot possa essere visto da tutti gli italiani.

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