Formez, solo call center ci è costato 10 milioni

2 aprile 2014

A vedere il livello di servizio che complessivamente i cittadini ottengono dal sistema pubblico forse gli oltre 20 milioni di euro di contributo statale che il Formez Pa (centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pa) ottiene annualmente dal bilancio statale per coprire i costi di produzione sono leggermente sovradimensionati. Non solo. A venire pagati sono anche servizi che poco hanno a che fare con la formazione. È il caso della Linea amica, un progetto che doveva nelle intenzioni del ministro Brunetta consentire a ogni cittadino di avere a disposizione una call center omnicomprensivo in grado di rispondere a ogni domanda di carattere burocratico. A gestire e smistare le risposte è proprio il Formez che per questo, con un’apposita convenzione, ottiene dallo Stato ben 2 milioni di euro l’anno. Considerato che è dal 2009 che Linea Amica risponde, finora, agli italiani il diritto all’informazione è costato circa 10 milioni di euro. Un conto salato e comunque pagato a un ente nato con altri compiti. Ma anche in questo caso il Formez non è immune da critiche.

Lo stato centrale appalta a un ente ad hoc un capitolo, come quello della formazione dei suoi dipendenti, che potrebbe tranquillamente assolvere con le sue risorse interne. Spesso, infatti, i dirigenti pubblici sono gli stessi chiamati a tenere docenze nelle università private e pubbliche. Mentre il Formez costa alla collettività in tutto 66 milioni all’anno. Alle spese di funzionamento infatti si aggiungono nel 2013, secondo il preconsuntivo dell’ente, ben 46 milioni di ricavi. Che derivano però dagli introiti delle convenzioni stipulate con il dipartimento della formazione della Funzione pubblica, e con regioni, province, comuni e ministeri. Insomma, per semplificare, i cittadini pagano due volte. La prima con la dotazione assegnata per legge al Formez, la seconda quando l’ente locale o il ministero di Corso Vittorio a Roma stipula un apposito contratto per qualificare i propri dipendenti. Potrebbe essere una partita di giro nell’ambito della contabilità statale se non fosse che il Formez oltre a utilizzare le risorse interne è costretto a servirsi anche di prestazioni professionali esterne che, nel bilancio del 2013, insieme alle borse di studio valgono 21,5 milioni di euro. E dire che al Formez le persone in organico non mancano considerato che l’ente può contare su 300 risorse con contratto a tempo determinato e e 176 a tempo determinato che costano complessivamente 27 milioni di euro.

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Un risultato che deriva dal costo del personale di Formez Pa (al 31 dicembre 2012) pari a 21,8 milioni a cui va aggiunto il costo del personale della controllata incorporata FormezItalia ( 4,3 milioni) e il costo associato alle assunzioni di personale di Formautonomi che vale altri 500 mila euro. La struttura in ogni caso costa. I costi indiretti e di struttura nel 2013 in seguito all’assorbimento di FormezItalia sono cresciuti di 3,3 milioni di euro passando dagli 11,8 milioni del 2012 a 15,6 milioni di euro. Per le sedi e per le spese generali del loro funzionamento se ne sono andati circa 5,3 milioni. In particolare lo scorso anno l’ente di formazione guidato da Carlo Flamment ha dovuto spendere ben 2,15 milioni di euro per affitti e oneri. In aumento le spese generali da 2,7 a 3,25 milioni con aumenti del 21%. Non mancano i progetti speciali. Nel 2013 650 mila euro sono stati spesi per la celebrazione dei 50 anni di attività e per la realizzazione del portale dei fornitori. (Il Tempo)

 

 

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