Spazio, satelliti Esa e Asi al servizio di ambiente e agricoltura (video)

Spazio, satelliti Esa e Asi al servizio di ambiente e agricoltura (video)
27 gennaio 2016

Lo Spazio può essere una risorsa anche al servizio dell’ambiente e dell’agricoltura sulla Terra. I satelliti e l’attività degli astronauti sull’Iss sono uno strumento fondamentale per monitorare la salute del pianeta. Se ne è parlato a un convegno organizzato al Museo della Scienza e della tecnologia di Milano, in collaborazione con l’Onu e le Agenzie spaziali europea ed italiana. Simonetta Cheli, responsabile Esa dei programma di osservazione della Terra. “Oggi nel mondo siamo 7 miliardi, saremo 9 miliardi entro il 2050 – ha spiegato – quindi la gestione della ricerca agricola, la gestione delle risorse agricole e naturali è diventato uno degli obiettivi a livello internazionale, europeo e ovviamente anche italiano. Il monitoraggio dal satellite dell’ambiente e della Terra diventa quindi fondamentale per poter dare da mangiare a tutti, per gestire le produzioni agricole, seguire l’evoluzione delle foreste e dare in generale un supporto al monitoraggio del nostro ambiente e un supporto alle politiche collegate al clima”. Sono moltissimi i programmi spaziali per tenere sotto controllo i cambiamenti climatici o disastri ambientali. Uno di questi è l’italiano Cosmo-Skymed, gestito dall’Asi; una costellazione di 4 satelliti in grado di scrutare la Terra dallo spazio di giorno e di notte, con ogni condizione meteo. Il direttore della missione è Alessandro Coletta. “Non esiste un solo modo di osservare la Terra dallo Spazio – ha detto – esistono tantissimi sensori diversi che permettono di avere informazioni diverse che arrivano dal pianeta stesso: sensori ottici, radar, infrarossi che integrati insieme ci rendono sempre un maggior dettaglio di quello che sta succedendo sulla superficie. Questo vuol dire avere un approccio di dettaglio sulle emergenze come terremoti o vulcani e alluvioni e e capire anche come l’intervento umano modifichi il nostro pianeta”. Un’attività che coinvolge direttamente anche l’Onu che ha un programma di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 e utilizza di frequente i rilevamenti satellitari per aiutare le popolazioni in difficoltà, come ci ha spiegato Simonetta Di Pippo, direttore dell’ufficio Onu per gli affari dello spazio extra-atmosferico. “Una delle attività che noi svolgiamo alle Nazioni Unite, ad esempio con il programma Spider che è il programma che si occupa dei disastri naturali – ha spiegato – è servire tutti gli Stati membri dell’Onu con dati provenienti da satellite che loro utilizzano nelle loro attività di protezione civile”. L’incontro milanese è collegato alla mostra “Il mio pianeta dallo Spazio. Fragilità e bellezza” curata da Viviana Panaccia, allestita nel nuovo padiglione Spazio del museo milanese.

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