Stop a nozze e funerali, locali chiusi: Nord Italia in quarantena. L’allarme dei medici: “Senza drastiche misure disastrosa calamità sanitaria”

8 marzo 2020

Il presidente del Consiglio Giuseppe Cone ha annunciato in nottata che il Decreto Coronavirus, le cui bozze erano state rese pubbliche in serata, è stato definito e sarà in vigore appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Zona rossa estesa a Lombardia e 14 province Rispetto alle ipotesi iniziali viene ampliata l’area interessata dal nuovo decreto del governo che limita gli spostamenti nel territorio contagiato dal coronavirus: oltre alla Lombardia, sono citate 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. In questi luoghi si applicano misure più rigorose”.

Ma già dopo la diffusione della bozza del decreto alcuni governatori regionali, dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna o presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, avevano fatto notare che, pur condividendo l’impianto del provvedimento, lo ritenevano in parte confuso e chiedevano spiegazioni. Conte ha anche detto che lunedì o martedì incontrerà le opposizioni. Di certo, il coronavirus non si arresta. “Stiamo lavorando giorno e notte, la situazione resta seria e non può essere assolutamente sottovalutata” ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza che garantisce: “Lo Stato c’è”. “Bisogna limitare il più possibile gli spostamenti – ha sottolineato il ministro – fare tutto quello che è possibile per evitare che il virus si diffonda e questo passa dal comportamento di ciascuno, c’è una situazione seria e ciascuno può fare la sua parte”. Speranza ha insistito: “Lo Stato ha fatto la propria parte col più grande investimento sul personale sanitario mai visto nel nostro Paese, ma non può bastare una norma o una nuova legge per vincere” contro il virus. “Serve seguire le raccomandazioni date sui luoghi affollati, le strette di mano, il rispetto del metro di distanza”.

L’ULTIMO BOLLETTINO

L’ultimo bollettino della Protezione civile sul coronavirus in Italia, relativo alle 18 di ieri 7 marzo, parla di 1.145 i nuovi contagi da coronavirus censiti nella giornata di ieri. Quasi il doppio del dato registrato venerdì, con 620 nuovi contagi. Complessivamente le persone attualmente positive sono 5.061, venerdì erano 3.916. “Si sono aggiunti in Lombardia più di 300 casi positivi sul laboratorio di Brescia che non erano stati conteggiati nei giorni scorsi”, ha detto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. I “guariti” sono 589, 66 in più rispetto a venerdì, i deceduti sono 36 – venerdì erano 49 – di cui 19 in Lombardia, 11 in Emilia Romagna, 2 nelle Marche, 1 nel Veneto, i in Liguria e 1 in Puglia. Le fasce di età 60-69 anni per il 16%, 70-79 anni il 35%, 80-89 anni il 42% e ultranovantenni il 6%. In totale, le vittime sono 233. “Il totale delle persone ricoverate con sintomi è di 2.651, il totale di quelle in terapia intensiva è di 567 e 1.843 quelle in isolamento domiciliare”, ha aggiunto ancora Borrelli.

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MISURE PIU’ RIGIDE PER IL NORD

Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del coronavirus: “c’è un divieto non assoluto di muoversi, ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. C’è una ridotta mobilità” ha annunciato Conte. Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all’inizio. “Non c’è più motivo di tenere le persone di Vo’ e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie” ha sottolineato il Presidente del Consiglio che ha anche annunciato che “è stato sottoscritto un contratto per dare il via a una linea produttiva tutta italiana per apparecchiature di terapia intensiva e sub intensiva: avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo predisponendo per incrementarle. Stiamo incrementando anche le linee produttive della filiera italia”.

In sintesi, il provvedimento riguarda oltre alla Lombardia, 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Un territorio dove bisogna evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza. Ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante.

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Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d`esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. Tra le misure c’è pure quella che prevede la sospensione delle cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri. E ancora: nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all`interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, il gestore dei richiamati esercizi deve comunque garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell`attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse.

Il testo integrale della bozza del DPCM

L’ALLARME DEI MEDICI

“L’intera rete delle terapie intensive è stata ristrutturata, creando strutture dedicate nelle quali, completamente bardati per difendersi dall’infezione, si lavora con grande fatica per assistere malati gravi e gravissimi, la cui vita dipende da apparecchiature tecnologicamente complesse disponibili purtroppo in numero limitato. Anche per questo motivo è assolutamente necessaria l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia”. Lo scrive il ‘Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia’ in un documento inviato al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, cui viene chiesto di portarlo all’attenzione del Governo e al commissario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli. “In assenza di tempestive ed adeguate disposizioni da parte delle Autorità – conclude il documento – saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.

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L’epidemia in corso di Coronavirus, scrivono ancora i medici, “mette in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di COVID, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al Sistema Sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura. Le strutture sanitarie sono sottoposte ad una pressione superiore ad ogni possibilità di adeguata risposta. Nonostante l’enorme impegno di tutto il personale sanitario e il dispiegamento di tutti gli strumenti disponibili una corretta gestione del fenomeno è ormai impossibile”. “Le attività ambulatoriali, la Chirurgia non urgente, i ricoveri nelle medicine – prosegue il documento – si sono ridotte a livelli prossimi allo zero”.

IL GOVERNATORE DEL PIEMONTE

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito alle misure di contenimento in atto sul territorio piemontese. “Alla luce dell`evolversi del contagio in Piemonte – spiega il presidente Cirio – e delle osservazioni che mi sono state espresse dall`Unità di crisi, ho chiesto al premier Conte e al ministro della Salute di valutare un maggiore irrigidimento delle misure decise dal Governo per la nostra regione. La crescita maggiore dei casi di contagio registrata nelle ultime 48 ore, infatti, ci fa pensare che il contenimento in atto non sia sufficiente. Abbiamo chiesto, pertanto, di valutare con estrema urgenza, anche attraverso l`analisi del Comitato Scientifico Nazionale, la possibilità di misure più restrittive che possano proteggere la popolazione e contenere maggiormente l`espansione del virus”.

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