Stop ai test di accesso in Medicina?

1 maggio 2014

Potrebbero presto sparire i tanto contestati (e odiati) test di ingresso alle facoltà di Medicina. A dirlo la ministra Stefania Giannini in audizione al Senato. Il ministro ha anche spiegato che il Governo ha intenzione di mettere mano alla questione in tempi molto brevi. È allo studio, così, un nuovo sistema di valutazione che strizza l’occhio al modello francese dove c’è un primo anno aperto a tutti con uno sbarramento finale. “Se passi gli esami ti iscrivi al secondo anno, altrimenti sei fuori” ha sintetizzato la ministra. Per la Giannini “il bilanciamento tra fabbisogno di camici bianchi e numero di laureati è sacrosanto. Ma non è detto che il sistema dei test a risposta multipla sia il migliore”.

“La ministro Giannini finalmente affronta lo spinoso tema dei test d’ingresso e del numero chiuso: e’ sicuramente un segnale positivo che riconosce la necessita’ di rivedere il sistema iniquo dei test che ogni anno danneggia e priva del proprio futuro migliaia di studentesse e studenti. Nel rivedere e nel ripensare questo sistema, pero’, bisogna partire dagli studenti aprendo prima di tutto con loro un tavolo di confronto diretto sul tema che affronti nel modo più’ ampio possibile problematicità e soluzioni”. Cosi’, in una nota, l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti. Per Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi, “il fatto che la ministra riconosca l’iniquità di un sistema al collasso e’ sicuramente una nota positiva che speriamo sia la prima di altre. Trovare una soluzione per superare l’attuale sistema d’accesso è solo un tassello per rimettere al centro dell’agenda politica del nostro Paese scuola ed università. Questo importante passo deve aprire la strada ad altri problemi emergenziali, non meno importanti, riguardanti il mondo dell’istruzione: dal diritto allo studio, alla didattica, all’orientamento, ai finanziamenti. Liberare le risorse è il primo punto di partenza: è ora di dire basta al commissariamento dell’istruzione da parte del ministero dell’Economia”.

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Ecco come funziona il modello francese. Anche per le facoltà francesi il numero chiuso è d’obbligo ma il sistema sembrafacolta_medicina_parigi essere maggiormente meritocratico basandosi sul rendimento del primo anno di studi universitari e su un esame finale, vero e proprio sbarramento al prosieguo della carriera. Il primo anno di studi è aperto e comune a tutti i corsi, ma alla sua conclusione gli studenti sono tenuti a sostenere un esame di selezione, che permetterà poi, in base ai risultati ottenuti, di proseguire il percorso scegliendo la direzione che preferiscono. Le scelte sono tra i corsi, ‘Grande Ecole’, di Medicina, Farmacia, Odontoiatria e Ostetricia. Accedere però alla fase finale degli studi non è comunque cosa facile tanto che esistono ‘Classe Préparatoire aux Grandes Écoles’ della durata di ben due anni.

 

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