Stop di Renzi al decreto legislativo sul fisco, torna in Cdm

Stop di Renzi al decreto legislativo sul fisco, torna in Cdm
4 gennaio 2015

“Il Presidente del Consiglio dei ministri ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere – per il momento – alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei Ministri. La proposta” del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, “tornerà prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni, quindi di nuovo in Consiglio per l’approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro marzo 2015”. E’ quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi. “Di tutto abbiamo bisogno – sottolineano le stesse fonti – tranne che dell’ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere”. Il riferimento è alla depenalizzazione per chi è stato condannato per evasione fiscale, con la conseguenza, secondo alcune fonti di stampa, che Silvio Berlusconi sarebbe non punibile e quindi subito ricandidabile. Una sorta di “regalo di Natale” per l’ex premier. Una vicenda che rischia di alimentare nuove polemiche politiche, sulla scia del Patto del Nazareno sulle riforme con Forza Italia, e che ora Palazzo Chigi cerca di disinnescare, mettendo un freno al provvedimento.

Renzi, ai microfoni del Tg5, ha quindi voluto rimarcare: “Tutte le volte che si parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berlusconi, ma noi non facciamo norme né ad personam né contra personam”. Detto questo, “non c’è problema: se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, noi ci fermiamo”.

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“Rimanderemo in Parlamento questa norma – ha aggiunto – soltanto dopo l’elezione del Quirinale e dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone”, dimostrando così che “non c’è nessun inciucio strano”. In tal modo, puntualizza il presidente del Consiglio, “anche i professionisti del retro-pensiero avranno modo di ricredersi”.

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