Accoglienza, la Lega sfida il Papa

Accoglienza, la Lega sfida il Papa
21 agosto 2015

di Carlantonio Solimene

Torna la tensione tra la Chiesa e la Lega Nord. Stavolta, però, la sfida di Salvini non è lanciata al “semplice” segretario della Cei Nunzio Galantino, ma addirittura a Papa Francesco. L’occasione è data dalle parole che Bergoglio ha scelto per presentare la 102ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 17 gennaio 2016. Il Pontefice ha sottolineato che la risposta scritta nel Vangelo al fenomeno migratorio “è quella della misericordia”. Proprio nelle stesse ore, però, a Rimini veniva arrestato il presunto aggressore dello stupro di Ferragosto, un 26enne di origini senegalesi. Una circostanza che il leader della Lega Matteo Salvini ha subito rimarcato su Facebook: “Papa Francesco chiede misericordia per i migranti e accoglienza per i forestieri. Intanto la polizia di Rimini ha appena arrestato il presunto stupratore di una ragazza italiana di vent’anni. Ancora una volta è un migrante, è un forestiero… Per lui nessuna misericordia. Amen”.

A stretto giro arrivano le parole di un altro esponente del Carroccio, l’eurodeputato Gianluca Buonanno: “Pitturiamo tutti i nove milioni di italiani sotto la soglia di povertà così saranno trattati dal Papa e dalla Chiesa al pari dei clandestini” attacca intervistato da Affaritaliani.it. E ancora: “La Chiesa vuole africanizzare l’Europa così come sta africanizzando se stessa. Ormai ci sono sempre più preti africani e sempre meno italiani. Nel Vangelo, ricordo al Papa, c’è scritto anche di non arricchirsi ma la Chiesa lo sta facendo ogni giorno sia con le offerte sia con tutto il resto. Prendiamo quel Galantino che ha un anello al dito di mezzo chilo. Se si facesse quello che fece il Duce con gli anelli, per trovare soldi per la guerra, solo con gli anelli degli alti prelati del Vaticano si farebbero un sacco di soldi”. Parole che non mancano di suscitare distinguo anche tra gli alleati di centrodestra, come Gianfranco Rotondi che condanna la “deriva anti-clericale” di Salvini che “ci porterà tutti a sbattere”. Nella nota che ieri presentava la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti ha rimandato direttamente alla Bolla di indizione del Giubileo, “Misericordiae Vultus”: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia – era scritto – nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto”.

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Una posizione, quella “ufficiale” della Santa Sede, non esente da qualche distinguo nella stessa Chiesa. È il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti, a correggere leggermente il tiro: “Io credo che sia normale avere paura. Non sono di quelli che pensano che vada bene tutto, che tutti possano venire” spiega a Radio Vaticana. “Non si possono, però, costruire muri, non è questo quello che la Chiesa vuole, quello che ognuno di noi vorrebbe. Le conseguenze estreme non vanno mai bene”. E di conseguenze estremi si può parlare relativamente a quanto sta accadendo in Europa dell’Est, con la Macedonia che ha dichiarato lo “stato di emergenza” sul confine meridionale con la Grecia, aprendo al coinvolgimento dell’esercito per affrontare il crescente flusso di migranti che cercano di attraversare la frontiera. Nelle stesse ore i ministri dell’Interno britannico e francese, Theresa May e Bernard Cazeneuve, firmavano un accordo per arginare i migranti che cercano di raggiungere la Gran Bretagna da Calais.

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