Taglio parlamentari supera primo giro boa, a Senato per secondo

Taglio parlamentari supera primo giro boa, a Senato per secondo
Scranni del Senato
9 maggio 2019

Il disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione riducendo di oltre di un terzo il numero complessivo di deputati e senatori. Il testo, in quattro articoli, è stato approvato in prima lettura al Senato a inizio febbraio e viene oggi varato dalla Camera senza modifiche. Ma, come prevede la Costituzione, servirà un’altra lettura nei due rami del Parlamento perché possa diventare legge. E la seconda lettura dovrà superare ancora la maggioranza assoluta, per non essere suscettibile di quel referendum confermativo che fu fatale alla riforma costituzionale Renzi del centrosinistra ed andare direttamente alla firma di Mattarella per l’entrata in vigore. Sulla carta un quorum alla portata in questo Parlamento dalla maggioranza M5s-centrodestra al completo (Lega,Forza Italia e Fratelli d’Italia) che si è registrato nella prima a Montecitorio”

Vani i tentativi dell’opposizione – ma Fi e Fdi hanno votato a favore del provvedimento – di apportare, con emendamenti (poco più di una trentina quelli ammessi all’aula), modifiche a tutela delle minoranze linguistiche, per “non produrre effetti distorsivi sulla rappresentanza politica” e per evitare “soglie di sbarramento implicite nella metà delle Regioni che supereranno la soglia del 10% e sulle quali potrà intervenire la Consulta”. Il testo è stato approvato conformemente alla versione licenziata dal Senato.

 Taglio dei parlamentari – Nello specifico, la proposta prevede una riduzione pari al 36,5% del numero dei parlamentari, dagli attuali 945 a 600. Più precisamente, il numero dei deputati passa da 630 a 400, compresi i deputati eletti nella circoscrizione Estero, che sono ridotti da dodici a otto. Il numero dei senatori elettivi, invece, è ridotto da 315 a 200, compresi i senatori eletti nella circoscrizione Estero, che passano da sei a quattro.

Ripartizione senatori – La proposta modifica anche il numero minimo di senatori per Regione o provincia autonoma, che da sette passa a tre. Al Molise ne restano due, alla Val D’Aosta uno.

Senatori a vita – Al fine di evitare che il numero dei senatori a vita diventi troppo elevato si è introdotta anche una modifica all’articolo 59 della Costituzione, stabilendo che il numero complessivo dei senatori di nomina presidenziale in carica non sia superiore a cinque.

Entrata in vigore – L’articolo 4 infine stabilisce che la riduzione del numero dei parlamentari trovi applicazione a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e in ogni caso non prima che siano trascorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore: questo per consentire l’adozione del decreto legislativo in materia di determinazione dei collegi elettorali.

 TRA CHI NON VOTA E MISSIONI A M5S-LEGA ‘MANCANO’ 81 VOTI 

La riforma ‘bandiera’ dei 5 stelle che taglia i parlamentari ha incassato alla Camera 310 voti finali. Hanno votato a favore Lega e M5s, ma anche Forza Italia e FdI. Tuttavia, sulla carta la somma dei deputati dei quattro gruppi che hanno dato il via libera alla riforma e’ di gran lunga superiore ai voti ottenuti dal ddl costituzionale. M5s e Lega contano da soli 342 deputati, ai quali andrebbero aggiunti i 104 di Forza Italia (anche se alcuni azzurri hanno votato in modo difforme dal gruppo) e i 32 di Fratelli d’Italia, per un numero complessivo, sempre sulla carta, di 407 deputati: mancano all’appello quindi 97 voti.

Scorrendo i tabulati della votazione, non hanno partecipato al voto – ma non risultano in missione – 12 deputati della Lega e 13 del Movimento 5 stelle. Risultano invece in missione, quindi assenti ‘giustificati’ – 24 deputati della Lega e 32 del Movimento 5 stelle. A subire la maggiore defezione e’ Forza Italia, con 63 deputati che non hanno partecipato al voto. Guardando solo ai voti della maggioranza, i gialloverdi ‘perdono’ 81 voti, tra deputati in missione e deputati che non hanno partecipato al voto.

LA REDISTRIBUZIONE REGIONALE

La riforma approvata dalla Camera avra’ anche importanti ripercussioni geografiche e certamente sara’ oggetto di critiche da parte delle regioni che potrebbero avere qualcosa da dire su una riduzione di rappresentanza che garantisce di meno le diverse composizioni e minoranze. Ovviamente la variazione percentuale e’ simile ma non uguale per tutte le regioni e naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D’Aosta che avendo gia’ oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero. L’altra regione piccola, il Molise, perdera’ invece un parlamentare su tre. “In questo modo sara’ compromesso un equilibrio che finora ha assicurato un’equa rappresentanza di tutti i gruppi linguistici”, obietta per esempio la Svp che ha votato contro il provvedimento. Ecco un confronto del numero dei deputati attualmente eletti in ciascuna circoscrizione elettorale e quelli che verranno eletti se la riforma che tagli i parlamentari verra’ approvata anche nella seconda lettura.

CAMERA n.attuale n.futuro Var % Piemonte 1 23 15 -34,8% Piemonte 2 22 14 -36,4% Lombardia 1 40 25 -37,5% Lombardia 2 22 14 -36,4% Lombardia 3 23 14 -39,1% Lombardia 4 17 11 -35,3% Veneto 1 20 13 -35,0% Veneto 2 30 19 -36,7% FVG 13 8 -38,5% Liguria 16 10 -37,5% Emilia-Romagna 45 29 -35,6% Toscana 38 24 -36,8% Umbria 9 6 -33,3% Marche 16 10 -37,5% Lazio 1 38 24 -36,8% Lazio 2 20 12 -40,0% Abruzzo 14 9 -35,7% Molise 3 2 -33,3% Campania 1 32 20 -37,5% Campania 2 28 18 -35,7% Puglia 42 27 -35,7% Basilicata 6 4 -33,3% Calabria 20 13 -35,0% Sicilia 1 25 15 -40,0% Sicilia 2 27 17 -37,0% Sardegna 17 11 -35,3% Valle d’Aosta 1 1 0,0% Trentino-AA 11 7 -36,4% Estero 12 8 -33,3% Italia 630 400 -36,5%.

SENATO n.attuale n.futuro var% Piemonte 22 14 -36,4% Valle d’Aosta 1 1 0,0% Lombardia 49 31 -36,7% Trentino-AA 7 3+3 -14,3% Veneto 24 16 -33,3% FVG 7 4 -42,9% Liguria 8 5 -37,5% Emilia-Romagna 22 14 -36,4% Toscana 18 12 -33,3% Umbria 7 3 -57,1% Marche 8 5 -37,5% Lazio 28 18 -35,7% Abruzzo 7 4 -42,9% Molise 2 2 -0,0% Campania 29 18 -37,9% Puglia 20 13 -35,0% Basilicata 7 3 -57,1% Calabria 10 6 -40,0% Sicilia 25 16 -36,0% Sardegna 8 5 -37,5% Estero 6 4 -33,3% Italia 315 200 -36,5%.

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