Tasi, in 12 città capoluogo è più alta dell’Imu

19 maggio 2014

Su 32 Comuni capoluogo che hanno deliberato la TASI, in 12 (37,5%) e’ piu’ alta dell’Imu pagata nel 2012. Si tratta di Bergamo (+21 euro), Ferrara (+60 euro), Genova (+67 euro), La Spezia (+47 euro), Mantova (+89 euro), Milano (+64 euro), Palermo (+2 euro), Pistoia (+75 euro), Sassari (+40 euro), Savona (+28 euro), Siracusa (+16 euro). E’ quanto emerge da uno studio realizzato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, che sta monitorando l’andamento della Tasi. “Mancano ormai pochi giorni alla scadenza della pubblicazione delle delibere sul sito del ministero dell’Economia (come prescritto dal Decreto salva Roma) e, a tutt’oggi – spiega il sindacato -, sono soltanto 832 i municipi che hanno deliberato le aliquote di cui pero’ soltanto 514 hanno reso nota la propria delibera. Di questi 1/3 (32) sono Citta’ capoluogo di provincia di cui 9 capoluoghi di Regione (Ancona, Aosta, Bologna, Cagliari, Genova, Milano, Palermo, Roma, Torino)”.

“Cio’ che emerge da questo campione e’ un ginepraio di aliquote e detrazioni diverse – sottolinea la Uil -. Alla fine si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della TASI, ma si rischia di avere oltre 75 mila combinazioni differenti di applicazione dell’imposta. Infatti, oltre che aliquote differenziate tra prime case e altri immobili, c’e’ la variante delle detrazioni. Ad esempio a Bologna ci sono 23 detrazioni diverse in base alla rendita catastale dell’immobile, decrescenti con il crescere della rendita: si parte da 175 euro per gli immobili con rendita catastale fino a 327 euro fino ad arrivare a 5 euro per una casa con rendita catastale di 1.637 euro”.

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“Se il buongiorno si vede dal mattino – commenta Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil -, la nuova imposta portera’ delle ‘amare sorprese’ per gli italiani. Infatti, tra TASI, TARI e Addizionali Comunali si rischia di neutralizzare il ‘bonus IRPEF’, o peggio come nel caso dei pensionati, esclusi dal bonus fiscale, il rischio e’ di peggiorare ulteriormente la situazione economica, aumentando il carico fiscale complessivo”. Dallo studio della Uil emerge inoltre che ad eccezion fatta per Aosta, dove per le case non di lusso l’aliquota e’ stata fissata al livello base dell’1 per mille, e Pordenone con l’1,25 per mille, tutte le altre citta’ hanno aumentato le aliquote. 11 citta’ (Ancona, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Genova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Vicenza), sulle aliquote della prima casa, hanno adottato l’addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille, soltanto Milano e Roma hanno deciso di ricorrere all’addizionale suppletiva della Tasi sulle seconde case, arrivando in questo caso all’11,4 per mille.

Torino ha scelto il 3,3 per mille con detrazione fissa di 110 euro per immobili con rendita catastale fino a 700 euro, piu’ 30 euro per ogni figlio minore di 26 anni; Genova ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni decrescenti da 114 euro per immobili con rendita catastale fino a 550 euro per arrivare a 50 euro per immobili con rendita fino ai 900 euro. Ancona ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni legate agli immobili con rendita catastale fino a 440 euro e per il 2015 ha intenzione di portare l’aliquota sulla prima casa al 4,1 per mille; Palermo ha scelto il 2,9 per mille con detrazione fissa di 50 euro, piu’ 20 euro per figli minori di 18 anni; Bologna ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni decrescenti con il crescere delle rendite; Cagliari e Vicenza hanno scelto aliquote differenziate (2,8 per mille e 3,3 per mille). Milano, invece, ha scelto di fermarsi, si far per dire al 2,5 per mille, introducendo detrazioni legate alla rendita catastale (fino a 770 euro) e in base al reddito IRPEF (fino a 21 mila euro). Roma ha scelto il 2,5 per mille con detrazioni decrescenti con il crescere della rendita catastale.

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