Tutti pazzi per Ferrari. Gli italiani a Wall Street: siamo orgogliosi

Tutti pazzi per Ferrari. Gli italiani a Wall Street: siamo orgogliosi
21 ottobre 2015

di Maurizio Balistreri

Il debutto di Ferrari a Wall Street è iniziato in corsa, proprio come lascia indicare il suo simbolo RACE, e all’insegna dell’entusiasmo. Non solo della folla di persone che fuori dal New York Stock Exchange – dove è avvenuta la quotazione – si accalcava sulle transenne pur di fare una foto ravvicinata agli esemplari del Cavallino Rampante parcheggiati davanti, ma anche sul floor. La domanda degli investitori sia retail sia istituzionali ma anche di hedge fund è stata forte (per il Financial Times, 20 volte superiore all’offerta) in barba alla volatilità di mercato che recentemente ha portato molte aziende a posticipare la loro Ipo. Ferrari è scattata subito in partenza, con un balzo del 15% a 60 dollari rispetto al prezzo di collocamento fissato ieri a 52 dollari. La valutazione è così passata da 9,8 miliardi a 11,3 miliardi di dollari. Solo nella prima mezz’ora di scambi, oltre 12 milioni di azioni sono passate di mano con il titolo che ha raggiunto un massimo intraday a 61 dollari. Per Sergio Marchionne, il presidente del gruppo di Maranello nonché amministratore delegato della controllante Fiat Chrysler Automobiles, l’Ipo è “una soddisfazione enorme”, frutto di un “grandissimo lavoro”. Per John Elkann, presidente di Fca che per l’occasione ha indossato un gilet rosso fiammante sotto la sua giacca, è stata una “fortissima emozione” vedere arrivare sulla Borsa Usa “due grandi società” a un anno di distanza (il 13 ottobre del 2014 Fca sbarcò a Wall Street, ndr). Una “grande emozione” è stata provata anche da Piero Ferrari, vicepresidente del gruppo nonché figlio del fondatore (Enzo) dell’azienda leggendaria che oggi “sarebbe contento; ha creduto in questo Paese fino dagli anni ’50. Sarebbe molto soddisfatto”.

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Insomma, tutti pazzi per Ferrari. Nel giorno della quotazione a Wall Street – avvenuta in corsa, proprio come il simbolo “RACE” scelto – il Cavallino Rampante è fonte di entusiasmo. Non solo per il top management, a cominciare dal presidente, Sergio Marchionne. Non solo per gli investitori, che stanno puntando sul titolo. E non solo per quei trader sul floor che oggi hanno indossato un cappellino rosso con il logo del Cavallino Rampante o una giacchetta rossa. Anche il pubblico radunato fuori dal New York Stock Exchange ha dimostrato di apprezzare. D’altra parte tutti conoscono la Ferrari e il suo indistinguibile marchio. Gente di ogni età si è letteralmente riversata lungo le transenne spiegate fuori dalla Borsa americana per scattare foto, farsi selfie, immortalare gli otto esemplari sfornati dal gruppo di Maranello e messi in mostra per l’occasione. Parcheggiate sotto le celebri colonne simbolo di Wall Street, coperte oggi da un’enorme bandiera rossa con il logo giallo della Ferrari, le vetture ambite, amate e per molti solo sognate sono state le vere protagoniste della giornata. E per gli italiani che – alcuni per caso, altri di proposito – si sono ritrovati lì, sotto tre bandiere sventolanti (quella americana, quella tricolore e quella di Ferrari) dall’edificio della Borsa, vedere un simbolo del loro Paese arrivare a Wall Street è stato motivo di orgoglio.

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Lo dice il giovane Pietro Strapazzon, di Verona: “Lavoro a New York e vedere un brand come quello Ferrari a Wall Street, è un vero orgoglio”. Ne è convinto anche il signor Giovanni, da Milano: “E’ un caso essere qui, ma è anche un onore”. E per Cristina, anche lei veneta, “è un occasione unica e una grande emozione”. Carlo, bresciano di 55 anni, racconta invece che “non potevo mancare una giornata come questa visto che mi trovo a New York per lavoro. Credo sia una giornata storica, per l’industria italiana soprattutto. Penso ci sia anche da essere orgogliosi”. Il torinese Gino invece si dichiara “un fan di Marchionne” (che di Ferrari è presidente) e dice di essere “contento che la Ferrari sia andata in mano a un manager di quel calibro per poterla portare ai successi nel mondo a cui siamo abituati”. Quanto a Fiat Chrysler Automobiles, di cui Marchionne è amministratore delegato, “credo abbia tutti i motivi per avere successo”, continua Gino. Francesca, da Roma, definisce “bellissimo come hanno esposto tutte le Ferrari ed è una bella conquista per l’Italia”. Per Roberto, da Gubbio, “è una bella emozione avere il marchio Ferrari in giro per il mondo”. “Questo ci rende orgogliosi di essere italiani e sono poche le cose che ci rendono tali”, dichiara Elisabetta, da Siena.

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Ma non sono solo gli italiani ad apprezzare Ferrari e i vari modelli esposti. L’americano Mark, 37 anni, guarda le varie vetture e dice “Sono auto bellissime”. Lui è “felice che la società sia arrivata in Borsa” ma esclude però di comprare il titolo avente il simbolo “RACE”: “Non posso permettermelo”. “Sono venuto da Calgari [Canada, a New York] per lavoro. E’ fantastico essere qui”, aggiunge Peter. Anche Sam, un trentenne afroamericano, è contenento: “Non si vedono queste auto così spesso. Vale la pena fare fotografie e mostrarle a tutti quelli che non sono qui”. Sì, a lui “di sicuro” piacerebbe possedere una Ferrari. Ne acqisterà una? “Magari. Se vinco al lotto, un giorno la comprerò. Ma per il momento tutto quello che posso fare e guardare e sognare”. Tra la folla radunata davanti al Nyse c’è però anche chi non è interessato ad avere una Rossa. “Sono auto incredibili. Siamo felici di vederle”, ci spiega un cittadino ucraino dicendo che nella sua nazione di origine “poche persone si possono permettere una Ferrari”. Ma lui appunto “non è interessato” ad averne un esemplare: “Ho sei figli. Non ci entrano tutti”. Per lui è forse un peccato che il gruppo di Maranello abbia escluso di produrre un Suv.

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