Urne aperte in 5 città, si rinnovano i Consigli metropolitani

Urne aperte in 5 città, si rinnovano i Consigli metropolitani
9 ottobre 2016

Urne aperte, da questa mattina alle ore 8, per il rinnovo dei Consigli metropolitani nelle città di Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli dove nel giugno scorso giugno si è svolta la tornata delle comunali. Si vota anche per eleggere il presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, la sesta provincia pugliese. Sono eleggibili alla carica di consigliere metropolitano, i sindaci e i consiglieri dei Comuni compresi nel territorio della Città Metropolitana. Lo spoglio delle schede elettorali avrà inizio alle 8 di domani, lunedì 10 ottobre e proseguirà fino al completamento delle operazioni. A MILANO I seggi hanno aperto puntualmente alle 8 per eleggere i 24 membri del consiglio della città metropolitana. I sindaci e i consiglieri comunali dei 133 comuni del milanese (non 134 perché Melzo è commissariato) potranno votare fino alle 23.30. Cinque le liste in corsa: quella di centrosinistra Lista C + Milano Metropolitana; quella di centrodestra ‘Insieme per la Città Metropolitana’ (di cui fanno parte Fi, Ncd e Fratelli d’Italia’; quella del Movimento 5 stelle; La città dei Comuni – Lista Civica; Lega Nord Lega Lombarda Salvini. – A TORINO Sono in corso da questa mattina alle 8, nel seggio centrale di Palazzo Cisterna ed in altre dieci sezioni distaccate (nelle sedi dei Comuni di Chieri, Chivasso, Ciriè, Collegno, Ivrea, Moncalieri, Pinerolo, Rivarolo Canavese, Settimo T. e Susa), le elezioni per il rinnovo del Consiglio metropolitano. Sindaci e consiglieri comunali votanti sono circa quattromila in rappresentanza di 315 Comuni. – A BOLOGNA Sono chiamati alle urne anche a Bologna i sindaci e consiglieri comunali dei 55 Comuni del bolognese. Visto che la stragrande maggioranza dei Comuni della Città metropolitana di Bologna sono amministrati dal centrosinistra, il Pd dovrebbe raccogliere una larghissima fetta dei voti e, di conseguenza, avere la maggioranza nel consiglio metropolitano. Gli elettori sono 832 e votano per i candidati di quattro liste: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Uniti per l’alternativa (centrodestra) e Rete civica. –

A ROMA Seggi aperti dalle 8 alle 23 a Palazzo Valentini dove si eleggono, per la seconda volta dall’approvazione della legge Delrio, 24 consiglieri. A votare saranno tutti i consiglieri di Roma Capitale e degli altri 120 Comuni dell’hinterland. – A NAPOLI I 1536 aventi diritto al voto, tra sindaci e consiglieri comunali dei 92 comuni dell’area metropolitana, potranno recarsi alle urne per scegliere i 24 consiglieri dell’Assemblea di S.Maria la Nova, tra gli 87 candidati appartenenti alle 6 liste ammesse fino alle ore 20. – SI ELEGGE PRESIDENTE BAT – Da stamattina alle 8 e fino stasera alla ore 20, i sindaci ed i consiglieri comunali dei dieci Comuni della Provincia di Barletta – Andria – Trani saranno chiamati alle urne per l’elezione di secondo grado del Presidente e dei componenti del Consiglio della Provincia di Barletta-Andria-Trani. Il seggio elettorale è presso la sede dell’Amministrazione provinciale ad Andria. Il numero degli aventi diritto al voto è di 226 elettori ma i consiglieri del M5S hanno annunciato che si asterranno perché contrari all’accordo sul candidato unico alla presidenza della Provincia: il sindaco di Andria Nicola Giorgino, sostenuto dalla lista unica ‘Uniti per la Bat’. La legge prevede che i Presidenti di Provincia eletti una volta proclamati saranno immediatamente insediati, mentre i Consigli si insedieranno a seguito della convocazione che viene effettuata dal sindaco del Comune capoluogo, per il Consiglio metropolitano, e dal nuovo presidente di Provincia per il Consiglio provinciale. E mentre sono in corso le votazioni, non mancano le polemiche. “Quello della città metropolitana è l’esempio perfetto delle riforme renziane: le Province sono rimaste, ma ora i consiglieri sono eletti dai consiglieri comunali e non dal popolo; viene tolto ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti ed è quello che succederà al Senato se passasse la riforma costituzionale; sopravvivono enti inutili e costosi che si finge di aver abolito”, scrive su Fb Giorgia Meloni, presidente di FdI. Intanto nei giorni scorsi il sottosegretario agli Affari Regionali, Gianclaudio Bressa ha sottolineato come l’attuazione della Legge Delrio “si è conclusa con successo”, ma ha aggiunto che a due anni dall’approvazione, serve “un aggiornamento”. Secondo i dati forniti da Bressa, la riforma ha consentito, tra il 2014 e il 2015, una riduzione stimata della spesa pari a 1,5 miliardi. Il personale è passato dai 41.205 dipendenti di Province e città metropolitane in servizio al primo gennaio 2015, all’entrata in vigore della legge, ai 21.974 post riforma. In mobilità, comunque, rimangono soltanto alcune centinaia di ex dipendenti delle province.

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