Vescovo di Sanremo: da Achille Lauro blasfemia e vilipendio

Vescovo di Sanremo: da Achille Lauro blasfemia e vilipendio
Monsignor Antonio Suetta
2 febbraio 2022

Profazione, blasfemia, vilipendio. Dura condanna del vescovo di Sanremo, monsignor Antonio Suetta, che ad askanews esprime tutto il suo disappunto per il gesto di autobattezzarsi messo in scena da Achille Lauro sul palco dell’Ariston aprendo il Festival di Sanremo.

Innanzitutto, anche dal punto di vista del segno in se stesso, qualora lo si volesse interpretare nella maniera più benevola, è un gesto sbagliato perché nessuno battezza se stesso. Questo dono si riceve da Dio attraverso la mediazione della Chiesa. Ma io non mi accodo a coloro che optano per una interpretazione benevola. Secondo me – dice – il gesto rappresenta oltre che la solita blasfemia a cui purtroppo siamo abituati, anche un vilipendio della fede e un’offesa, anche abbastanza aggressiva nei confronti dei credenti e della chiesa come istituzione”. Per il vescovo di Sanremo, “da Achille Lauro questo è solo un espediente meschino e privo di fantasia di supplire alla terribile carenza artistica: la musica è quella che è, le parole lasciamo stare; è ovvio che bisogna fare qualche gesto per provocare, diversamente cade nel dimenticatoio”.

Andare al Festival di Sanremo? “Credo non sarebbe opportuno, non ritengo nella mia posizione di pastore di andarmi a collocare in quel contesto e nel contesto del confronto che ne è venuto fuori – afferma ancora il vescovo ad askanews -. Nulla di personale con Amadeus, lo stimo per le sue capacità artistiche, lo stimo anche per la sua umanità. Non mi dispiacerebbe ragionare con lui, ascoltare il suo pensiero e potergli esprimere il mio”. 

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