Xi in Francia ma senza Memorandum. E la Merkel apre su 5G

Xi in Francia ma senza Memorandum. E la Merkel apre su 5G
19 marzo 2019

Dopo l’Italia, il presidente cinese Xi Jinping volera’ nel principato di Monaco e poi a Parigi. Sara’ la prima volta in assoluta del presidente cinese nel principato, poi Xi si rechera’ in Francia dove avra’ colloqui con il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, che incontro’ per l’ultima volta al vertice del G20 di Buenos Aires a fine novembre, e con il primo ministro, Edouard Philippe. La visita avviene nel 55mo anniversario dall’avvio delle relazioni bilaterali tra Francia e Cina e sara’ l’occasione per “approfondire la fiducia reciproca e aprire a nuove prospettive per la cooperazione pragmatica”, hanno fatto sapere da Pechino. Ma, a differenza dell’Italia, Parigi non intende firmare l’accordo quadro con la Cina per partecipare ai progetti infrastrutturali della nuova Via della Seta.

Lo ha reso noto la presidenza francese che, evidentemente preoccupata, ha anche invitato i Paesi europei a coordinarsi nei confronti della Cina: “Alcuni Paesi firmano impegni che vanno troppo oltre”. Quanto all’Italia, ha aggiunto l’Eliseo, “vedremo esattamente di cosa si tratta, ma la Francia non intende seguire lo stesso approccio” e invece invita a “evitare una divisione europea”. La strategia europea nei confronti della Cina sara’ oggetto di una “discussione politica informale” al Consiglio europeo di giovedi’ e venerdi’ a Bruxelles. I capi di Stato e di governo affronteranno per esempio il tema della presenza del Gruppo Huawei nelle future reti 5G di telecomunicazioni mobili europee, “un esempio – fanno notare Parigi – di come sia necessario un coordinamento europeo”.

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Sono gli Usa ad aver lanciato l’allarme circa il possibile spionaggio attraverso cyber-attacchi resi possibile da prodotti della tecnologia cinese, in primis proprio quelli targati Huawei. E gli americani stanno facendo pressione sulla Germania, che ha appena messo all’asta il suo futuro 5G senza vietare Huawei. Ma oggi la cancelliere tedesca, Angela Merkel, ha escluso esplicitamente l’ipotesi di impedire ai cinesi di partecipare all’asta, anche se ha preannunciato norme molto rigorose. “Sono contraria al fatto di escludere un partecipante ad una gara solo perche’ viene da un certo Paese”. La tensione rischia di aumentare. Alcuni giorni fa, era stato l’ambasciatore americano in Germania, Richard Grenell, a minacciare la sospensione della collaborazione tra i servizi d’intelligence degli Stati Uniti con quelli tedeschi, se il governo di Berlino non decidera’ di escludere Huawei.

Merkel ha ricordato che “molti Paesi” utilizzano la tecnologia Huawei, una questione che ovviamente va “studiata in modo nuovo” dinanzi ad una questione cosi’ complicata. Pertanto il governo tedesco, pur non essendo “ingenuo” di fronte alla Cina “dove valgono tutt’altre norme rispetto all’Europa”, ha deciso di porre in maniera molto chiara dei paletti in merito alla sicurezza. “Ma dovremmo dare a tutti una chance”, ha sottolineato la cancelliera. Intanto pero’, il comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale americano Curtis Scaparrotti, ha minacciato che le forze della Nato smetteranno di comunicare con i loro colleghi tedeschi se Berlino dovesse aprire a gruppi come Huawei.

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