Discesa al buio penalizza azzurri, oro a Jansrud

Discesa al buio penalizza azzurri, oro a Jansrud
Kjetil Jansrud
9 febbraio 2019

E’ stata quasi una discesa al buio che poteva e forse doveva senza scandalo venire cancellata per troppa nebbia e troppa neve. Invece, dopo una serie di rinvii e dopo che gia’ molti atleti si erano quasi messi il cuore in pace pensando di dover gareggiare domani, dal monte Aareskutan e’ partita la discesa iridata di Aare. Ma in queste condizioni niente medaglie per l’Italia con i jet azzurri che, come si sa, preferiscono fondi durissimi e non innevati ma soprattutto una visibilita’ decente. L’attesissimo e da tutti temutissimo Dominik Paris non e’ cosi’ potuto andare piu’ in la’ del sesto posto in 1.20.72. “Non e’ stata una decisione corretta quella di gareggiare in queste condizioni”, ha detto amaro l’azzurro.

E’ stata invece la giornata del trionfo dei norvegesi, atleti abituati a queste condizioni meteo estreme. Oro a Kjetil Jansrud -33 anni, 22 vittorie in coppa e gia’ un oro olimpico nel palmares- vincitore nonostante un tutore alla mano sinistra per due dita fratturate a Kitzbuehel. Ha vinto in 1.19.98 una gara salvata dai riflettori accesi per tre quarti del tracciato, dalla partenza del gigante. Sono posti dove il buio arriva presto per cui si fa sci notturno. Secondo in 1.20.00 -un distacco minimo di 2 centesimi pari a 54 cm- l’altro leggendario norvegese Aksel Svindal. E’ stata l’ultima gara della sua strepitosa carriera: 36 anni, 36 vittorie, cinque titoli mondiali, due ori olimpici e due coppe del mondo. Proprio Svindal si e’ mostrato grandissimo campione anche riconoscendo che “e’ stata una gara al limite della regolarita’. Per fortuna c’erano i riflettori accesi”.

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Bronzo infine infine in 1.20.31 all’austriaco Vincent Kriechmayr, argento nel superG. E’ invece finito nelle retrovie l’altro quotatissimo austriaco Hannes Reichelt. Per puro tatticismo sulle previsioni meteo, non volendo partire tra i primi Hannes non ha partecipato alla assegnazione dei pettorali dove gli toccava l’indesiderato n.1. L’ha avuto egualmente ma partendo come 46/o. Tutto inutile per lui, causa tatticismo esasperato ed errori in gara. Ma i tre sul sul podio hanno aspettato la sua prova prima di festeggiare veramente. Miglior azzurro, al comando solo dopo il primo intermedio ma finito poi fuori dalla linea ideale nella neve piu’ fresca e lenta, e’ stato Dominik Paris 6/o in 1.20.72. Poi Christof Innerhofer 11/o in 1.20.97 (“non e’ comprensibile che si sia gareggiato in queste condizioni”) che appena tagliato il traguardo ha fatto capire con gesti eloquenti cosa pensasse di questa gara. Infine Matteo Marsaglia 13/o in 1.21.15 e Mattia Casse 17/o in 1.21.35. Domani discesa donne e torna Sofia Goggia mentre Lindsey Vonn chiudera’ la sua strepitosa carriera.

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