“20esimo dirottatore” del 9/11 pronto a testimoniare

“20esimo dirottatore” del 9/11 pronto a testimoniare
17 novembre 2014

L’uomo che dopo gli attacchi terroristici alle Torri Gemelle di New York è stato soprannominato “il ventesimo dirottatore” vuole testimoniare nell’ambito di una causa civile contro l’Arabia Saudita e depositata dalle vittime legate all’11 settembre 2001. Dal carcere dove si trova, Zacarias Moussaoui ha scritto ai tribunali federali di New York e Oklahoma sostenendo di potere offrire informazioni sul lavoro di al-Qaida e che potrebbero provare come Riyad e varie istituzioni finanziarie abbiano sostenuto il terrorismo. In documenti depositati lo scorso settembre, legali dell’Arabia Saudita hanno spiegato che il “Regno non ha avuto alcun ruolo negli attacchi dell’11 settembre 2001” e che gli Stati Uniti “hanno dichiarato spesso e con forza che l’Arabia Saudita è un importante alleato nella lotta contro il terrorismo”. Alcuni legali hanno accolto seriamente la proposta di Moussaoui tanto da averlo interrogato in un carcere di massima sicurezza del Colorado, “l’Alcatraz delle Rockies” dove sta scontanto l’ergastolo.

Altri considerano il suo gesto come un atto disperato. E c’è chi solleva dubbi sulla sua credibilità, tanto più che ha più volte cambiato la versione dei fatti relativa al suo coinvolgimento nella pianificazione dell’attacco che sconvolse l’America. L’uomo, 46 anni e autodefinitosi “lo schiavo di Allah”, si è dimostrato un personaggio curioso da quando è stato arrestato nell’agosto 2001 per motivi d’immigrazione. Ad allertare le autorità all’epoca fu un dipendente di una scuola di volo, preoccupato dal fatto che Moussaoui volesse imparare a guidare un Boeing 747 anche se non aveva la licenza di pilota. L’11 settembre di quell’anno era in custodia e nell’aprile 2005 si è detto colpevole di avere complottato con i dirottatori che uccisero circa 3.000 persone. Nella lettera più sensazionale datata 23 ottobre e scritta a mano, Moussaoui sostiene che il principe saudita lo abbia aiutato finanziariamente nel 2001 quando stava studiando alla scuola di volo di Normann, Oklahoma. Lo stesso principe, sostiene, ha inviato fondi ai diciannove uomini che dirottarono gli aerei dell’11 settembre e 15 dei quali erano cittadini sauditi.

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