Mattarella parla agli italiani e non disturba il “manovratore” Renzi

Mattarella parla agli italiani e non disturba il “manovratore” Renzi
2 gennaio 2016

di Carlantonio Solimene

Diversissimo da Re Giorgio, nello stile e nei contenuti. Perfettamente identico, invece, al Presidente della Repubblica sognato da Matteo Renzi. Un “padre nobile”della Patria che rappresenti l’unità del Paese ma voli alto rispetto ai temi quotidiani dell’agenda politica. È stato questo il primo discorso di Capodanno di Sergio Mattarella, dopo nove anni in cui gli italiani si erano abituati ai moniti di Giorgio Napolitano, che più che ai cittadini parlava ai partiti, “picconandoli”per la difficoltà a realizzare le tanto agognate riforme. Sergio Mattarella ha fatto tutto il contrario. Si è rivolto agli italiani con termini semplici, affrontando i temi delle difficoltà quotidiane. Differendosi dal predecessore persino nella “location”. Mattarella ha scelto di non parlare dalla scrivania presidenziale, bensì dal suo appartamento nel palazzo del Quirinale, seduto in poltrona con alle spalle un presepe napoletano. Il discorso è durato una ventina di minuti scarsi. Il presidente è partito dalla tematica dell’occupazione, segnalando la ripresa degli indicatori economici registrata nel 2015 ma sottolineando al tempo stesso come “il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani”. E specificando come le emergenze maggiori siano riscontrabili nell’”insufficiente occupazione femminile”e nel Mezzogiorno. Una “questione nazionale”, ha spiegato, “senza una crescita del meridione, l’intero Paese resterà indietro”.

L’unico dato citato dal Presidente è stato quello relativo all’evasione fiscale. “Secondo uno studio recentissimo di Confindustria – ha detto – nel 2015 è ammontata a 122 miliardi di euro. Vuol dire sette punti e mezzo di Pil. Lo stesso studio calcola che anche soltanto dimezzando l’evasione si potrebbero creare oltre trecentomila posti di lavoro”. Ne è seguito un accenno alla questione inquinamento e l’invito – pur nel rispetto del confronto politico – a far prevalere “lo sforzo di collaborazione”. “L’impegno delle istituzioni, nazionali e locali, dev’essere in questo campo sempre maggiore – ha spiegato – si può chiedere ad esempio ai cittadini di limitare l’uso delle auto provate, ma il trasporto pubblico dev’essere efficiente e purtroppo non dovunque è così”. Dopo le rassicurazioni sull’impegno delle forze dell’ordine per contrastare il terrorismo, è arrivato il passaggio forse più significativo dell’intero discorso, quello sull’immigrazione. Mattarella ha citato la vicenda del piccolo Aylan per far comprendere come il fenomeno sia di natura globale e che “non ci si può illudere di rimuoverlo, ma si può governare. E si deve governare”. “Occorrono regole comuni per distinguere chi fugge da guerre e persecuzioni e quindi ha diritto d’asilo e altri migranti che vanno invece rimpatriati”. “Serve accoglienza ma anche rigore – ha continuato – chi è in Italia deve rispettare le leggi e la cultura del nostro Paese. Deve essere aiutato ad apprendere la nostra lingua, che è un veicolo decisivo di integrazione”.

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Dopo gli auguri a Papa Francesco, a cui è andata la “riconoscenza per l’alto valore del suo magistero”, il Presidente ha concluso citando tre donne italiane che hanno fatto parlare positivamente di loro: Fabiola Gianotti, che ha assunto la direzione del Cern di Ginevra, Samantha Cristoforetti e Nicole Orlando, l’atleta paralimpica che ha vinto quattro medaglie d’oro. Pochi minuti prima aveva ricordato Valeria Soresin, che ha perso la vita negli attentati parigini di novembre. Infine l’augurio a tutti i nati nel 2015 e il ringraziamento per aver portato gioia nelle proprie famiglie.
Una sequela di affermazioni “neutre”e difficilmente non condivisibili, al punto di aver ottenuto il plauso di tutte (o quasi) le forze politiche. Un discorso, in definitiva, in linea con la caratura della Presidenza della Repubblica data finora da Mattarelle e sostanzialmente condivisa da tutti i predecessori nel primo anno del mandato. Si vedrà nelle prossime occasioni se il Presidente deciderà di intervenire più decisamente nell’attualità politica come peraltro aveva fatto nelle scorse settimane, quando aveva “sconsigliato”l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla vicenda dei risparmiatori “truffati”, altro argomento evitato nel discorso di fine anno. Un ennesimo segnale, questo, della volontà di non disturbare il “manovratore”Renzi. Per ora la sintonia tra il Presidente e il premier che l’ha fatto eleggere funziona perfettamente. Ma gli idilli in politica non sono mai destinati a durare per sempre.

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