Ingiuria, guidare senza patente e coltivare la cannabis non sarà più reato

Ingiuria, guidare senza patente e coltivare la cannabis non sarà più reato
15 gennaio 2016

Via libera al decreto legislativo sulle depenalizzazioni. Con questo provvedimento decine di reati, puniti solo con multa o ammenda, vengono trasformati in illeciti amministrativi con sanzione pecuniaria immediatamente eseguibile. Nei casi di contestazione di aggravanti, resta il profilo penale. Cosa cambia. Dalla cannabis per uso medico – non rischia più ricadute penali chi, autorizzato alla coltivazione per fini terapeutici o di ricerca, viola le prescrizioni – alla guida senza patente, ma non nel caso di recidiva e se si è causato un incidente.  In sostanza, il decreto varato oggi abroga una serie di reati finora puniti solo con la multa o l’ammenda (per nessuno di quelli ricompresi nella riforma era previsto il carcere), tra cui anche l’ingiuria, i casi “lievi” di contrabbando di tabacchi, la falsità in scrittura privata e quella in foglio firmato in bianco, l’appropriazione di cose smarrite o quella di parti comuni da parte di un comproprietario. La sanzione penale viene sostituita da una sanzione pecuniaria civile e la persona offesa potrà sempre ricorrere al giudice civile per ottenere un risarcimento danni. Restano esclusi dal provvedimento – oltre al reato di immigrazione clandestina che finirà in un intervento organico, come annunciato dal Guardasigilli Andrea Orlando, sul tema migranti – altre fattispecie in materia di ambiente, territorio e paesaggio, alimenti e bevande, salute e sicurezza sul lavoro, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi ed esplosivi, finanziamento ai partiti, proprieta’ intellettuale e industriale.

 

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Intanto, a scanso di equivoci, il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, precisa: “Il Consiglio dei ministri non ha varato nessuna depenalizzazione della cannabis: abbiamo già autorizzato la produzione della cannabis a uso terapeutico lo scorso anno e in questo consiglio dei ministri, nelle procedure di depenalizzazione, si sono soltanto depenalizzate alcune prescrizioni”. Lorenzin chiarisce che “l’impianto, l’Istituto farmaceutico militare, che produce la cannabis a titolo terapeutico ha un processo autorizzatorio: se ci sono delle prescrizioni in cui ci sono delle violazioni, alla prima violazione c’è un’ammenda di tipo amministrativo molto pesante e se non si ripristinano le cose viene revocata l’autorizzazione. Quindi da questo alla depenalizzazione della cannabis c’è un salto triplo mortale con avvitamento”.

 

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