Il parlamento siciliano salva Riscossione Sicilia. Fiumefreddo impallinato, decade il Cda. Crocetta: “Non sono stato io”

Il parlamento siciliano salva Riscossione Sicilia. Fiumefreddo impallinato, decade il Cda. Crocetta: “Non sono stato io”
29 febbraio 2016

Il parlamento siciliano salva Riscossione Sicilia, la società che riscuote i tributi nell’Isola. L’Ars, infatti, ha approvato la norma che ricapitalizza la Spa con 13,2 milioni di euro. Il varo della norma, dopo un estenuante ricerca di consenso trasversale, è arrivato dopo la notizia delle dimissioni di due dei tre consiglieri di amministrazione, decisione che, come prevede lo statuto, ha fatto decadere l’intero Cda, di cui era presidente Antonio Fiumefreddo (foto), l’avvocato finito nel mirino del Parlamento siciliano dopo la pubblicazione nei mesi scorsi sulla stampa dell’elenco dei parlamentari morosi col Fisco. La mossa delle dimissione dimissioni dei due consiglieri di amministrazione, Maria Filippa Palagonia e Eustachio Cilea, per molti è letta come un impallinamento. La società, è stata ad un passo dall’essere liquidata con la conseguente cessione delle quote della Regione, che detiene il 99,885%, a Equitalia, che attualmente ne controlla lo 0,115%.

Il governatore della Sicilia, presente in Aula, sulle dimissioni dei due consiglieri fa spallucce: “Non sono stato io a sollecitare nulla”. E presuppone che i due membri dimissionari di Riscossione Sicilia “saranno rimasti turbati dal dibattito parlamentare per prendere questa decisione. Io non ho mai sollecitato nessuno a dimettersi, anzi non ho voluto rispondere alle provocazioni dei deputati e ho sostenuto l’idea di votare la norma sul salvataggio della societa’ a prescindere da chi ne sta alla guida”. Esclusa, invece, la norma sulla ricapitalizzazione che sarà effettuata solo in presenza di un piano di recupero. La misura viene approvata solo dopo tre riscritture del governo in un’atmosfera molto tesa. Insieme a Riscossione Sicilia, con la stessa norma viene ripescata anche Sviluppo Italia Sicilia alla quale andranno le risorse di un apposito fondo di salvataggio che permettera di pagare i 75 dipendenti. Sala d’Ercole riprenderà domani alle 15. Prima della seduta d’Aula si riunira’ la conferenza dei capigruppo.

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CIMINO “Con l’emendamento all’articolo 33 della finanziaria approvato si salvano momentaneamente Riscossione Sicilia e Sviluppo Italia Sicilia. Ora scattano i tempi supplementari dei novanta giorni in cui il governo Crocetta deve presentare una proposta tecnicamente seria e che come riforma rappresenti una vera opportunita’ per la Sicilia”. Lo afferma Michele Cimino, portavoce di Sicilia Futura e deputato regionale.

NCD “Apprezziamo la riscrittura e il voto d’Aula dell’articolo 33 che interessa Riscossione Sicilia. Ci appare provvedimento virtuoso la nuova scelta del governo, da noi in Aula fortemente sollecitata, di ricapitalizzare con 13,9 milioni e non con i 2,5 inizialmente apposti, nelle more della presentazione di un nuovo e serio piano industriale che guardi allo sviluppo di un’azione seria di riscossione nell’Isola e che miri a garantire i livelli occupazionale degli oltre 700 lavoratori”. Lo dice il presidente Ncd, Nino D’Asero, a nome del gruppo parlamentare all’Ars. Tra i deputati Ncd che sono intervenuti nel dibattito, Giovanni Lo Sciuto: “Riscossione Sicilia andava potenziata per non perdere la possibilita’ di riscuotere i nostri tributi” e Pietro Alongi si e’ in particolare soffermato sull’inserimento, nel complesso articolo, di una dotazione ulteriore pari a 1,2 milioni da utilizzare per le societa’ a totale partecipazione della Regione. “Tra queste – ha sottolineato il vicepresidente della IV commissione – come piu’ volte da noi sollecitato in Aula, il governo non puo’ non tener conto di Sviluppo Italia-Sicilia: una societa’ dalle grosse potenzialita’ professionali e che da queste somme potra’ ricevere quel sostentamento necessario per rilanciarsi”.

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FIGUCCIA “Da cultore dell’autonomismo siciliano non ero per nulla convinto del fatto che Riscossione Sicilia potesse essere ceduta a Equitalia. Sarebbe stata una iattura per le imprese siciliane e per i contribuenti rapportarsi con una società che è già invisa a tanti per l’atteggiamento aggressivo usato talvolta solo contro la povera gente, gli esodati e le persone che perdono il lavoro e giammai contro i veri evasori. Ora però ci si preoccupi dei dipendenti di Riscossione Sicilia che in questi mesi hanno manifestato forte insofferenza”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Ars.

 

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