Addio a Nardi, individuato anche il corpo di Ballard. La famiglia: accettato e condiviso suo ideale

Addio a Nardi, individuato anche il corpo di Ballard. La famiglia: accettato e condiviso suo ideale
Tom Ballard (s) e Daniele Nardi
9 marzo 2019

Il mondo dell’alpinismo piange la scomparsa di Daniele Nardi, la conferma del riconoscimento da parte di Alex Txikon e dei soccorritori dei corpi dello scalatore italiano e di Tom Ballard a circa 5900 metri sul Nanga Parbat, nel nord del Pakistan, spegne l’ultima fiammella di speranza. Anche l’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, via Twitter annuncia che Daniele Nardi e Tom Ballard sono morti e i loro corpi sono stati individuati sul Narga Parbat. “Con grande dolore informo che le ricerche di @NardiDaniele e Tom Ballard sono terminate avendo @AlexTxikon e i soccorritori confermato che le sagome individuate a circa 5900 metri sono quelle di Daniele e Tom. R.I.P.”, ha scritto il diplomatico italiano. L’ambasciatore ha pubblicato su Twitter la foto realizzata con un telescopio da Alex Txikon e il suo team sul Nanga Parbat. Il corpo di Daniele Nardi “è sul centro sinistra” dell’immagine, con un gilet arancione, mentre quello di Tom Ballard si trova al centro della foto con un gilet blu. Anche “la loro tenda è visibile accanto a Tom”, scrive Pontecorvo illustrando l’immagine.

E così resteranno le foto, i ricordi, le testimonianze scritte e gli audio, l’affetto, il saluto quando lo scorso dicembre laasciarono famiglie, parenti e amici per tentare di entrare nella storia dell’alpinismo. Daniele Nardi e Tom Ballard resteranno per sempre dispersi sul Nanga Parbat, appesi dentro quelle due sagome blu e rossa (i colori delle due giacche a vento) avvistate sullo Sperone Mummery che stavano cercando di scalare. Immagini che sono state carpite dal potente telescopio di un altro grande dell’alpinismo, il basco Alex Txikon messosi a disposizione con la sua spedizione per portare soccorso ai due alpinisti.

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Le operazioni di recupero sulla parete Diamir sono state definitivamente sospese, tutto il materiale (effetti personali, attrezzatura e computer portatili) e’ stato recuperato dal campo base (verra’ recapitato quanto prima alle famiglie) e la spedizione e’ stata chiusa. Chissa’, forse un giorno, durante la stagione estiva, qualcuno cerchera’ di recuperare queste “due sagome umane”, oggi due puntini a circa 6000 metri di altitudine su quella via impossibile, mai da nessuno percorsa in salita. La storia narra che una sola volta, nel giugno del 1970, venne percorsa ma in discesa perche’ sbagliarono via, dai fratelli Reinhold e Guenther Messner. Fini’ pero’ tragicamente: Guenther mori’ e i suoi resti vennero trovati 30 anni dopo nel punto che il fratello aveva sempre indicato.

Ultimo messaggio “Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che pero’ non si e’ arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perche’ il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano si’ che la pace sia una realta’ e non soltanto un’idea…vale la pena farlo”. Queste le parole di Daniele Nardi, l’alpinista morto sul Nanga Parbat assieme a Tom Ballard, probabilmente scritte prima della partenza per la spedizione in Pakistan e pubblicate ora su facebook dalla sua famiglia.

La famiglia “Daniele rimarra’ un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso”. Lo scrive su facebook la famiglia di Daniele Nardi, deceduto sullo sperone Mummery del Nanga Parbat assieme al compagno di scalata Tom Ballard. “Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarra’ per sempre al Nanga Parbat”, aggiungono i familiari di Nardi. “Il dolore e’ forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, – proseguono – dobbiamo accettare l’accaduto”.

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La fidanzata A dare un ultimo saluto a Tom, ma solo su facebook, e’ stata Stefania Pederiva, la sua fidanzata che con lui ha vissuto a Vigo di Fassa in Trentino. “La montagna prende, la montagna da’”, inizia cosi’ il post. “Il mio cuore e’ completamente annegato, non ci sono o saranno mai parole adatte a descrivere il vuoto che hai lasciato. Un dolore straziante e una forte rabbia per non aver ascoltato le mie costanti parole, che ti dicevano che su quella montagna non dovevi andare, i tuoi sogni non erano li’, per questo madre natura non ti ha piu’ protetto – scrive Stefania – Ringrazio l’universo per avermi regalato una persona cosi’ speciale, non restano che i magnifici ricordi dei tempi trascorsi insieme che sono i piu’ belli della mia vita. Ti ritrovero’ nella natura, nei fiumi negli alberi nelle montagne, tu sarai sempre la mia roccia piu’ bella”.

CHI ERA NARDI

Nato a Sezze, nel basso Lazio, il 24 giugno 1976, Nardi è il primo alpinista nella storia nato al di sotto del Po ad aver scalato l’Everest ed il K2, le due vette più alte al mondo. Dal 2002, anno in cui ha toccato per la prima volta la quota degli 8.000 sul Cho Oyu (sesta montagna più alta del mondo posta tra la Cina ed il Nepal), non si era più fermato. Nardi ha scalato anche il Broad Peak (8.047 metri), il Nanga Parbat (8.125 metri), la Middle dello Shisha Pangma (8027 metri) e il monte Aconcagua (la montagna più alta del Sud America). Dopo aver superato per cinque volte gli 8.000 metri Daniele si è dedicato a progetti unici dal punto di vista tecnico. Nel 2011 ha realizzato, in collaborazione con il Comitato EvK2 del CNR, la spedizione Share Everest 2011.

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Obiettivo del progetto: posizionare la stazione di monitoraggio più alta del mondo, che invia dati in tempo reale sul clima alla Comunità Scientifica Internazionale. L’operazione ha raggiunto il suo obiettivo segnando un risultato storico e tutto italiano. Tra i riconoscimenti di Nardi da ricordare nel 2011 il premio del Cai, il Club Alpino Italiano centrale, e dal Caai (Club Alpino Accademico Italiano) per la scalata del Bhagirathi in India. Un premio riconosciuto internazionalmente e conquistato da Daniele grazie all’impresa tentata con Roberto Delle Monache in puro stile alpino su una nuova via di misto ghiaccio con punte di difficoltà altissime.

A livello internazionale l’alpinista italiano ha avuto l’accreditamento al ‘Piolet D’or’, gli Oscar internazionali della montagna. Una testimonianza che è il risultato di due progetti esplorativi, uno in Pakistan (apertura della Telegraph Road) ed uno in Italia (una nuova via sul Monte Rosa). Questi apprezzamenti di livello internazionale hanno permesso a Daniele Nardi di entrare nell’olimpo dell’alpinismo mondiale. Nel 2013 è arrivato il Premio Coni Lazio per ”aver portato il Lazio in vetta al mondo”. Un riconoscimento, questo, ricevuto dagli atleti che hanno dimostrato un alto merito sportivo.

Ambasciatore per i Diritti Umani nel mondo, Nardi ha sostenuto progetti di solidarietà in Nepal e Pakistan. In ogni spedizione ha sempre portato con sé l’Alta Bandiera dei Diritti Umani firmata da oltre 20.000 studenti incontrati nelle scuole del Lazio. Impegnato nel sociale, Nardi, assieme all’Associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani Onlus, ha promosso la campagna mondiale ‘Gioventù per i Diritti Umani’ con lo scopo di far conoscere ai giovani di tutto il mondo i 30 articoli della Dichiarazione Universale dei diritti umani in modo che diventino dei validi sostenitori della tolleranza e della pace.

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