Agenzia Ue, Italia all’indice per casi Kyenge e Fermo. Nel mirino i centri d’accoglienza

Agenzia Ue, Italia all’indice per casi Kyenge e Fermo. Nel mirino i centri d’accoglienza
30 novembre 2016

L’omicidio a Fermo del richiedente asilo nigeriano e gli insulti all’ex ministro Kyenge sono i motivi, poco onorevoli, per cui l’Italia e’ citata nei report di novembre dell’Agenzia Ue per i Diritti fondamentali. I report elencano per tutti i Paesi europei i casi piu’ eclatanti dei cosiddetti crimini d’odio in Europa contro migranti, rifugiati, minoranze etniche e religiose. Sull’omicidio di Fermo, l’agenzia Ue, che ha sede a Vienna, scrive che la vittima “reagi’ agli insulti razzisti contro sua moglie” e che il richiedente asilo nigeriano venne ucciso con un’asta di ferro. Sul caso Kyenge il report sottolinea che il Tribunale penale di Trento sentenzio’ nel maggio 2014 un caso di “incitamento all’odio razziale” per un messaggio Facebook in cui si invito’ “il primo ministro italiano nero della storia” a dimettersi e “a tornare nella giungla”.

Per la magistratura italiana “gli insulti, le minacce, la violenza e gli attacchi verbali contro la dignita’ di una persona non ricadono sotto la protezione del diritto alla liberta’ di espressione”. Ovviamente i crimini d’odio non si limitano solo all’Italia. Tutti i Paesi europei hanno qualche scheletro nell’armadio. Nell’ottobre 2015 un richiedente asilo afghano fu ucciso dalla polizia bulgara. Nel settembre 2016 la polizia tedesca uccise a Berlino un rifugiato iracheno, per un intervento in seguito a una rissa. Ad Eisenstadt, in Austria, un uomo sparo’ tre volte contro un gruppo di rifugiati con una pistola ad aria compressa. I report segnalano anche il diffondersi on line dei crimini d’odio contro migranti e profughi. Si citano i casi di Spagna e Italia, anche se “e’ quasi impossibile quantificare tutti i casi, indagare e scovare i responsabili da parte delle autorita’ giudiziarie”.  In Bulgaria e Italia i report dell’Agenzia Ue per i Diritti fondamentali sottolineano “le dimostrazioni nei pressi dei centri di accoglienza per migranti e profughi, a volte da parte di persone ideologicamente vicine all’estrema destra. In Italia – prosegue il report – queste manifestazioni hanno prodotto barricate, incendi nei centri di accoglienza, campagne per influenzare le decisioni delle autorita’ locali, linguaggi razzisti e violenti nei social media e durante le manifestazioni”.

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