Anche il Veneto assumerà medici in pensione

Anche il Veneto assumerà medici in pensione
26 marzo 2019

Ci aveva gia’ pensato il Molise. Ora replica il Veneto che, con numeri ben maggiori, da’ via libera alle Ulss all’assunzione di medici in pensione, per garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea). Nella regione che fa della sanita’ la bandiera di eccellenza, i camici bianchi non sono piu’ sufficienti. Secondo l’ultimo report ne mancano almeno 1300. “Li troveremo soprattutto con i concorsi regolari – ha assicurato il governatore Luca Zaia – Ma il problema e’ che all’ultimo concorso bandito dalla nostra Azienda Zero si sono presentati solo una decina di candidati per 80 posti a disposizione. Non c’e’ finalita’ polemica; la delibera intende mettere al centro la priorita’ di curare i nostri cittadini. Si apre una falla e si aprira’ il dibattito, ma a noi interessa avere medici”.

Ecco allora che la Giunta, con una delibera che si rifa’ all’ordinamento nazionale – la legge 95 di revisione della spesa pubblica, 6 luglio 2012, vieta di attribuire incarichi a soggetti gia’ in pensione, eccetto che per i contratti stipulati dalle aziende del Ssn per il personale medico – ha autorizzato i direttori generali delle Ulss ad assumere medici in quiescenza, qualora non vi fosse disponibilita’ di specialisti sul mercato. “Finche’ non sara’ risolto il problema a monte, cioe’ quello delle scuole di specializzazione – ha spiegato Zaia -, abbiamo deciso di adottare questa delibera ad ombrello, anche per garantire i direttori dal punto di vista giuridico”. La selezione escludera’ i medici usciti con prepensionamento volontario. Che negli ospedali non sia piu’ il tempo di guardar troppo l’anagrafe l’ha dimostrato anche la storia del prof. Giampiero Giron, 84 anni, che lasciata l’Universita’ di Padova per limiti d’eta’ continua a fare l’anestesista tre volte la settimana a Villa Salus, clinica privata-convenzionata di Mestre.

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Ma sull’assunzione di medici in pensione nel pubblico il precedente e’ del Molise. Era stato il Commissario alla Sanita’, Angelo Giustini, qualche giorno fa, a trasmettere una direttiva che, viste le difficolta’ di reclutare dirigenti medici, autorizzava l’azienda sanitaria regionale (Asrem) a conferire incarichi libero professionali anche a medici specialisti in pensione. Questo dopo “la gravissima criticita’ di personale medico” riscontrata nell’Uoc di Ostetricia e Ginecologia di Campobasso. L’assessore alla sanita’ del Veneto, Manuela Lanzarin, sottolinea che la questione e’ nazionale. “Si tende erroneamente a porre in capo alla Regione il problema della carenza di medici – spiega – mentre e’ una crisi di tutto il Paese, come dimostra l’autorizzazione concessa al Molise”.

Una difficolta’ “che nasce da una programmazione sbagliata, a partire dal numero chiuso a medicina, per arrivare alla carenza delle borse di specialita’”. Anaao Assomed aveva dato un warning, stimando che nei prossimi anni “non basteranno i neo specialisti a sostituire chi andra’ in pensione” e il saldo tra chi entra e chi esce, nel periodo 2018-2025, si tradurra’ in una mancanza di 16.700 medici. E oggi il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ha chiesto al Governo un fondo straordinario per finanziare la formazione dei medici di famiglia e specialisti, e frenare la fuga dei camici bianchi dal settore pubblico, altrimenti “per il nostro Servizio sanitario nazionale sara’ il default”.

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